Le Marche enoiche

L’Istituto Marchigiano Tutela Vini (Imt) raccoglie sotto la propria egida un vero e proprio caleidoscopio enoico. Dal Verdicchio dei Castelli di Jesi al Verdicchio di Matelica, dal Rosso Conero alla Vernaccia di Serrapetrona, dal Bianchello del Metauro ai Colli Maceratesi, dai Colli Pesaresi all’Esino, da I Terreni di San Severino alla Lacrima di Morro d’Alba, dalla Pergola a San Ginesio e a Serrapetrona. Un’area nevralgica che si estende su un vigneto - tra le province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino - di oltre 7.500 ettari per una produzione che nel 2022 ha sfiorato i 230.000 ettolitri imbottigliati (l’89% del totale). E con i filari marchigiani che sono tra i più sostenibili in Italia, con un’incidenza biologica sul vigneto che ha raggiunto il 39,5% delle superfici, pari a 6.991 ettari su un totale vitato di 18.000 ettari (anno 2022/23, fonte: Regione Marche, Assessorato all’Agricoltura), pari al doppio della media nazionale. Un “tesoretto” sul quale, dal 2010 al 2022, il totale degli investimenti messi in campo dal maxi-Consorzio, che da solo rappresenta il 70% dell’export e poco meno della metà dell’intero vigneto marchigiano, ha superato quota 28 milioni di euro. A questi numeri si aggiungono quelli del Verdicchio in primis, che hanno contribuito in modo decisivo alla crescita in valore delle esportazioni regionali, con un +33% negli ultimi 5 anni e un controvalore di quasi 76 milioni di euro, partendo dai suoi 2.110 ettari vitati, 443 produttori di uve, 102 aziende vinificatrici, 136 imbottigliatori, che insieme producono oltre 165.000 ettolitri di vino, per un fatturato medio di 37,5 milioni di euro (suddiviso tra il 52% del mercato interno e il 48% proveniente dall’export).

Buona lettura.