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CONSUMI

Ci prendiamo un caffè? Il 33% degli italiani celebra il piacere della convivialità con un espresso

Nella Giornata Mondiale dell’Amicizia (30 luglio) la tazzina si conferma aggregatore sociale. Il comparto italiano del caffè vale 4 miliardi di euro

Quasi l’80% degli italiani beve caffè tutti i giorni e il 33,7% afferma di consumarlo al bar proprio per assaporarne la convivialità e per il piacere di scambiare quattro chiacchiere con il barista e con gli altri clienti: emerge da un’indagine del Consorzio Promozione Caffè, insieme ad AstraRicerche, per la Giornata Mondiale dell’Amicizia, di scena il 30 luglio.
Il sondaggio mostra, in particolare, come siano molti i coffee lover che preferiscano bere il caffè in luoghi di socialità piuttosto che a casa: su 100 caffè infatti, 14 vengono bevuti al bar; ma sono anche tanti quelli consumati proprio a casa di amici o conoscenti (quasi 10 su 100), sul luogo di lavoro (12,2 su 100), di studio (4 su 100), ma anche al ristorante (6,5 su 100) e nei locali di intrattenimento (4 su 100). “Come da tempo sosteniamo, il caffè - afferma Michele Monzini, presidente di Consorzio Promozione Caffè - non rappresenta soltanto un’esperienza di gusto, ma anche un momento di condivisione, un vero e proprio rito sociale. Le tradizioni legate alla preparazione e la familiarità del suo aroma riescono a rendere ogni atmosfera accogliente e confortevole, favorendo la conversazione e lo scambio. È quando lo beviamo in compagnia di un amico, quando lo prepariamo per riservare a qualcuno un’attenzione speciale, quando diventa un’occasione per ritrovarsi, che il caffè assume un sapore veramente unico”.
Il mercato mondiale del caffè torrefatto, secondo i dati Mediobanca, vale 120 miliardi di dollari nel 2022, con consumi pari a 3,1 miliardi di tazzine bevute ogni giorno su scala globale. In questo quadro, l’Italia riveste un ruolo di primo piano in quanto settimo Paese consumatore al mondo con 95 milioni di tazzine di caffè sorseggiate ogni giorno, ovvero 1,6 in media per abitante. L’80% degli italiani di età superiore ai 18 anni dichiara di non rinunciare al piacere del caffè espresso, mentre solo il 5% non lo beve mai (fonti Nielsen). Percentuali altissime, che si traducono in un consumo pro-capite di 5,5 kg l’anno. Il comparto italiano del caffè riveste un ruolo cardine all’interno dell’industria alimentare italiana: con i suoi 7.000 addetti ed un fatturato superiore ai 4 miliardi di euro, l’Italia è il primo esportatore al mondo di caffè torrefatto, con 5,8 milioni di sacchi (346,7 milioni di Kg) nel 2021 e vanta una bilancia commerciale positiva pari a 1,5 miliardi di euro. Un mercato florido, dunque, che però ha fortemente risentito della crisi innescata dalla pandemia. La prolungata chiusura dei locali e l’impennata del lavoro da casa, se da un lato hanno contribuito alla crescita importante del consumo domestico di capsule e cialde, dall’altro hanno però determinato un calo dei consumi di caffè nel fuoricasa pari al -40,3%. Nel 2020 anche il volume delle esportazioni italiane di caffè è diminuito del 6%, portandosi a 5,14 milioni di sacchi (cioè 309 milioni di kg). I primi segnali di ripresa si sono registrati a partire dal 2021, con un trend positivo di crescita che è proseguito anche nel 2022, ma che non è ancora tornato ai livelli pre-pandemia: i cambiamenti nelle abitudini di consumo dopo il Covid, la crisi economica, le incertezze globali disegnano oggi un quadro nuovo e sfidante per l’intero comparto italiano del caffè.
Gli operatori nazionali del settore (torrefattori e rivenditori di caffè e di macchine professionali) si sono riuniti nelle settimane scorse nelle Marche per il convegno “Il mercato del caffè: cosa succede, come può cambiare”, organizzato da Consorzio Promozione Caffè e Simonelli Group. Qui è emerso come le modalità e le preferenze di consumo siano cambiate nettamente negli ultimi anni. Se metà dei caffè sono consumati fuori casa, con il bar e il luogo di lavoro come luoghi preferenziali, anche il consumo domestico è cresciuto in maniera considerevole dopo la pandemia, così come dimostra la ricerca condotta su consumer panel Gfk. Oggi il 43% delle famiglie italiane possiede una macchina per caffè sistema chiuso (erano il 29,5% nel 2019) e conseguentemente le capsule vendute hanno visto un’importante crescita (+80% di famiglie acquirenti rispetto a 3 anni fa), con una penetrazione del caffè in tutte le sue tipologie che si attesta sull’86% delle famiglie italiane. D’altro canto, l’80% degli italiani consuma caffè fuori casa. Il bar resta il canale principale con tre quarti dei consumatori di caffè che acquistano al suo interno, anche se vending machine (60%) e stazioni di servizio (50%) mostrano livelli interessanti di consumo. “Una maggiore penetrazione tra diversi canali meno esplorati dal consumatore è potenziale per far crescere il mercato, veicolando caffè in linea con target diversi, oppure più adatti a momenti di consumo tra loro diversi” ha precisato Maurizio Mutti, Consumer Panel Cluster Lead di Gfk.

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