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IL TURISMO CHE CAMBIA

Dalle spiagge ai piccoli borghi, come cambia il turismo nell’estate del maltempo e dell’inflazione

Coldiretti: il 72% ha deciso di visitarne uno dei circa 5.500 presenti in Italia anche per motivi economici oltre che per il buon cibo
Coldiretti, ENOGASTRONOMIA, PICCOLI BORGHI, TURISMO, Non Solo Vino
Un borgo caratteristico (nella foto: Jacqueline Macou da Pixabay)

Un’estate a misura di borgo. Non c’è solo mare e montagna tra le mete più gettonate di questa stagione, perché in un’estate alle prese con maltempo e spese che si impennano, gli italiani non vogliono rinunciare al relax ma con un occhio attento al portafoglio. Il 72% ha così deciso di visitare uno dei 5.500 piccoli borghi presenti in Italia andando a caccia di tesori nascosti ma anche per risparmiare qualcosa, sfruttando le mete meno battute dal turismo di massa. Un dato che emerge dall’indagine Coldiretti-Ixè sulle ferie degli italiani che evidenzia una svolta nella scelta delle destinazioni. Un cambiamento portato anche dal maltempo che ha ostacolato la classica spiaggia in riva al mare e che ha di riflesso fatto scoprire servizi o specialità culinarie nuove rispetto a quelle proposte in città d’arte e spiagge.
Secondo Coldiretti questo fenomeno è favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali .In Italia i centri sotto i 5.000 abitanti ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana (analisi Coldiretti su dati Istat) con ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico.
Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante, secondo Coldiretti, anche per la ricerca del buon cibo che aiuta a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy a partire dai 5.547 prodotti alimentari tradizionali coltivati da generazioni dagli agricoltori che non hanno solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale ma che garantiscono la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate.
Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto, rileva Coldiretti, una rete composta dalle 25.400 aziende agrituristiche italiane che sono in grado di offrire un potenziale di più di 294.000 posti letto e 532.000 coperti per il ristoro, secondo Terranostra e Campagna Amica. La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo è la qualità più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi dove è possibile riscoprire i sapori del passato. Per il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, “la vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese”.

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