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AMBIENTE E SALUTE

Agricoltura, Italia virtuosa: meno energia ed emissioni e riduzione dell’uso di pesticidi

Lo dice il report dell’Osservatorio Agrofarma, elaborato da Areté. Il settore è sempre più attento all’uso delle risorse

Riduzione dell’utilizzo di energia (-13%) e delle emissioni inquinanti, inclusi i gas ad effetto serra (14%), oltre che calo costante di residui di agrofarmaci negli alimenti: questa la fotografia “virtuosa” dello stato di salute dell’agricoltura italiana, che mostra il grande impegno verso un uso sempre più ottimale delle risorse: emerge dal report n. 1 dell’Osservatorio Agrofarma, curato da Areté, tra i leader italiani ed europei per l’analisi dei dati in ambito agricolo e food. Il report raccoglierà, con cadenza semestrale, informazioni sullo stato dell’arte dell’agricoltura italiana e sul ruolo strategico che l’industria degli agrofarmaci svolge ai fini della tutela e dello sviluppo della produzione agricola italiana.
L’analisi sullo stato di salute agroambientale dell’Italia, anche in raffronto con alcuni Paesi Ue, mostra come a fronte di un valore aggiunto del settore agricolo nazionale rimasto sostanzialmente stabile rispetto ai primi anni 2000, si sono ridotti sostanzialmente sia l’utilizzo di energia in agricoltura (-13%) sia tutte le principali emissioni inquinanti del settore, inclusi i gas ad effetto serra (-14%), con livelli di emissioni di ammoniaca sostanzialmente già in linea con gli obiettivi di riduzione per il 2030 concordati con l’Unione Europea.
Contemporaneamente, i dati relativi ai residui di agrofarmaci negli alimenti rivelano un’agricoltura italiana estremamente sicura sia in termini assoluti - l’Italia ha registrato una costante riduzione delle percentuali di alimenti con residui oltre i limiti di legge, fino a scendere nel 2021 allo 0,7% di campioni non conformi - sia al confronto con i principali Paesi Ue (Germania, Francia, Spagna). Tra i diversi Paesi Ue, l’Italia, con 9639 campioni analizzati, è quello con la più alta percentuale di prodotti con residui non rilevati (62,7%). Un uso attento delle risorse che trova conferma nell’evoluzione delle vendite di agrofarmaci, in netta contrazione negli ultimi 10 anni, con la significativa complessiva riduzione in Italia del 12% tra il triennio 2019-21 e quello 2011-13. Le riduzioni sono ancora più consistenti quando si guarda ai volumi di principi attivi in essi contenuti. Una contrazione complessiva del -17% tra il triennio 2019-21 e quello 2011-13.
Un trend del tutto differente è quello che interessa la categoria di agrofarmaci contenenti principi attivi anche di natura biologica: in questo caso la crescita tra il triennio 2019-21 e quello 2011-13 è del +102%. Altri trend interessanti relativi al settore della difesa riguardano l’andamento delle quantità vendute di tutte le tipologie agrofarmaci in Italia, anche e soprattutto in relazioni all’andamento delle autorizzazioni di nuovi agrofarmaci, che ci aiutano a capire come le imprese continuino ad investire costantemente nella ricerca e sviluppo di prodotti sempre meno impattanti e più efficaci e la crescente professionalizzazione degli agricoltori nel loro corretto uso.
Il progetto dell’Osservatorio Agrofarma nasce per offrire a media, stakeholder e consumatori una rappresentazione reale del comparto agroalimentare attraverso una serie di studi che possano rispondere al bisogno di informazioni e di monitoraggio che interessa l’intero settore e a cui tutti possano accedere: “siamo felici ed orgogliosi di presentare questo primo report, a cui semestralmente ne seguiranno altri che andranno ad interessare tematiche e argomenti di volta in volta differenti, ma unificati da un unico intento: testimoniare e raccontare lo sviluppo dell’agricoltura nazionale, diffondendo dati certi su temi attorno ai quali circolano spesso falsi miti e fake news - ha dichiarato Riccardo Vanelli, presidente Agrofarma-Federchimica - questo progetto nasce proprio con la volontà di superare e contrastare la logica che associa l’utilizzo della chimica in agricoltura a pratiche negative per l’ambiente. Purtroppo, infatti, ci troviamo spesso di fronte a contenuti fuorvianti, che non solo riportano informazioni superficiali o inesatte, ma che forniscono un’immagine distorta della nostra agricoltura e danneggiano lo sforzo verso un continuo miglioramento messo in campo ogni giorno dagli operatori della filiera agroalimentare”.
“Un progetto innovativo e lungimirante - commenta Enrica Gentile, ad Areté - che intercetta perfettamente il bisogno di trasparenza e di chiarezza che emerge sul mondo agricolo. Come Areté ci occuperemo di selezionare le fonti più attendibili e di “far parlare i dati”, con l’obiettivo di restituire agli operatori e al grande pubblico un’immagine del settore che sia il più realistica ed oggettiva possibile. I primi dati mostrano chiaramente come l’agricoltura italiana non solo abbia fatto e stia facendo un percorso estremamente virtuoso dal punto di vista della sostenibilità e della riduzione degli input, ma si posizioni anche in tal senso ai migliori livelli tra gli importanti Paesi agricoli dell’Ue. Uno sforzo importante che ha consentito di preservare la produttività lavorando su efficientamento degli input ed innovazione tecnologica”.
Tra le tematiche coperte dall’Osservatorio, vi è anche l’evoluzione di alcune colture minori, utile a monitorare e comprendere i nuovi mercati potenziali per gli agrofarmaci, e le specifiche esigenze di difesa di colture con superfici ancora contenute ma tassi di crescita particolarmente interessanti: l’Italia emerge come il secondo Paese in tutta l’Ue (dietro la sola Spagna) in termini di varietà di colture presenti sul suo territorio. Un’analisi sull’andamento delle superfici coltivate negli ultimi 10 anni mostra un panorama in costante evoluzione, con alcune colture minori ormai consolidate nella struttura produttiva italiana, quali cece, pisello proteico e carota, ma anche altre colture che - seppur interessando superfici ancora ridotte - hanno registrato una notevole espansione (tra queste, in particolare, melograno, lino, arachide).
L’innovazione tecnologica, inclusa la disponibilità sul mercato di agrofarmaci innovativi, è un fattore determinante nella lotta alle avversità biotiche emergenti, la cui diffusione sul territorio italiano è collegata - tra gli altri - anche ai fenomeni di cambiamento climatico ed alla progressiva interconnessione tra i mercati, che favoriscono la diffusione di patogeni in aree diverse da quelle di origine (come nel caso del batterio Xylella fastidiosa), o un aumento della virulenza di patogeni già presenti sul territorio (come nel caso della peronospora della vite, della patata e del pomodoro). Gli agrofarmaci innovativi svolgono in questo contesto un ruolo centrale, in una più ampia strategia di difesa che integra misure preventive, curative e di mitigazione degli impatti, anche basate sull’adattamento delle tecniche produttive e sull’utilizzo di innovazioni tecnologiche e della smart agriculture.
L’ultima tematica affrontata analizza lo stato e gli andamenti dell’immissione sul mercato di nuovi agrofarmaci. Nonostante la succitata riduzione nelle vendite di agrofarmaci in Italia nell’ultimo decennio, il numero di nuovi agrofarmaci autorizzati rimane pressoché costante, indicando una sempre crescente attenzione all’innovazione e alla sostenibilità, confermate anche dal numero dei nuovi agrofarmaci autorizzati per l’impiego in agricoltura biologica.
Nell’ultimo anno e mezzo (da gennaio 2022 a giugno 2023), sono stati autorizzati in Italia un totale di 175 prodotti, di cui 23 prodotti il cui utilizzo è consentito in agricoltura biologica; di questi, il 40% è rappresentato da fungicidi, un quarto da insetticidi/acaricidi/feromoni e un altro quarto da diserbanti.

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