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EFFETTO CLIMA

Effetto tropicalizzazione: nel Sud Italia spariscono i pomodori e spuntano mango e banane

Coldiretti: il cambiamento climatico sta modificando la distribuzione delle coltivazioni lungo la Penisola
AGRICOLTURA, CLIMA, Coldiretti, TROPICALIZZAZIONE, Non Solo Vino
Dei pomodori nella foto di Elaine Casap su Unsplash

Mentre c’è un autunno che fatica ad arrivare, il mondo agricolo fa la conta dei danni causati dai “climate change”. Un anno sicuramente difficile per il comparto alle prese anche con l’inflazione che sta erodendo il potere di acquisto degli italiani. Dalle vigne alle risaie, dagli alberi da frutto agli alveari, il meteo “pazzo” non ha salvato nessuno. E la geografia delle coltivazioni cambia con la frutta tropicale che è arrivata al Sud, dove coltivazione storiche stanno scomparendo. I cambiamenti climatici hanno provocato quest’anno un taglio del 15% del raccolto di riso, del 10% del grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere, mentre il miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno e si registra un calo anche per la vendemmia (-12%) . A dirlo è la Coldiretti, per i dati dell’Osservatorio Europeo Copernicus, per il quali i primi 9 mesi sono stati i più caldi mai registrati nel pianeta. Un periodo con una temperatura media superiore di 0,52 gradi a quella storica e con un settembre più bollente di addirittura 0,93 gradi.
Un’anomalia registrata anche in Europa dove la colonnina di mercurio, sempre a settembre, è salita ad un livello record con 2,51 gradi in più della media storica secondo Copernicus mentre in Italia il mese di settembre è il secondo più caldo di sempre con una temperatura media superiore di 3,1 gradi a quella del periodo 1991-2020, secondo gli esperti dell’Osservatorio geofisico di Modena Unimore. Ma non è solo la perdita dei raccolti a preoccupare. Il cambiamento climatico ha scatenato anche l’invasione di pericolose specie aliene , dalla cimice asiatica al granchio blu, dal cinipide del castagno alla Xylella, dal moscerino dagli occhi rossi al calabrone asiatico fino alla vespa velutina che attacca gli alveari. Dai campi fino ai mari, si parla di danni complessivi per oltre un miliardo con coltivazioni e allevamenti distrutti.
“Siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti - ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti. Oltre al taglio dei raccolti il cambiamento climatico sta modificando anche la distribuzione delle coltivazioni lungo la Penisola dove la coltivazione dell’ulivo è arrivata a ridosso delle Alpi. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee, mentre i vigneti sono arrivati addirittura sulle vette e al sud è boom per le coltivazioni tropicali, dall’avocado al mango fino alle banane”.
La Coldiretti spiega poi che “l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Servono investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti”.

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