L’ape italiana è stata soggetta, negli anni, ad un processo di evoluzione e variabilità genetica che ha mutato l’identità e il comportamento delle colonie di api allevate nel nostro Paese: la certificazione della sottospecie di appartenenza, pertanto, oltre che essere monitorata, va registrata alla Banca dati dell’Anagrafe Apistica Nazionale, gestita dal Ministero della Salute. Nasce così, grazie al cooordinamento della Federazione Apicoltori Italiani (Fai), la “Filiera dell’Ape Italiana”, un progetto finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che sarà presentato domani, 29 ottobre, a Piacenza, nella fiera internazionale di apicoltura Apimell
“Il nostro progetto - spiega il presidente Fai, Raffaele Cirone - mira ad individuare le aree in cui il patrimonio genetico dell’ape italiana è ancora integro e a introdurre valori standard per il suo riconoscimento e buone pratiche per il suo miglioramento. Solo così potremo valorizzare un patrimonio di interesse collettivo che oggi conta circa due milioni di colonie”.
La genetica delle api, insomma, è una cosa seria: al punto che i sistemi di riconoscimento razziale che un tempo erano affidati ad un operatore umano chiamato a descrivere particolari caratteristiche morfometriche delle api, vengono oggi affidati ai marcatori molecolari del Dna e all’intelligenza artificiale: sistemi innovativi, veloci e precisi, cui la “Filiera dell’Ape Italiana” sta già facendo ricorso per la necessaria azione di tutela del nostro patrimonio apistico nazionale.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024