I cambiamenti climatici tagliano i raccolti nazionali e mettono a rischio gli alimenti base della Dieta Mediterranea, con riduzioni che vanno dal -20% per il vino al- 30% per le pesche nettarine, ma anche la produzione dell’olio extravergine nazionale è stimata in 290.000 tonnellate, ben al di sotto della media dell’ultimo quadriennio: emerge dall’analisi Coldiretti per la Cop28 a Dubai, la conferenza internazionale sul clima.
Il 2023 si classifica fino ad ora in Italia al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800, con una temperatura superiore di 1,05 gradi rispetto alla media storica dall’inizio delle rilevazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr dei primi dieci mesi di quest’anno. Da sottolineare anche che l’anomalia climatica è stata accompagnata fino ad ora da una media di oltre 9 eventi estremi al giorno di maltempo lungo la Penisola: grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).
Un’annata nera per l’agricoltura italiana, con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, superano i 6 miliardi a causa dei cambiamenti climatici, con un taglio del 15% della produzione di riso, del 60% per le ciliegie e 63% per le pere, e forti ridimensionamenti anche nelle colture autunnali come le zucche, in calo del 20%, o le castagne, praticamente dimezzate.
Secondo Coldiretti siamo di fronte ad un’evidente tendenza alla tropicalizzazione, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti, come dimostrano l’alluvione in Romagna e in Toscana. Il 2023 è stato segnato prima da una grave siccità, che ha compromesso le coltivazioni in campo, e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti alternate a caldo torrido, al quale ha fatto seguito un autunno mite, ma con violenti nubifragi, e con l’alluvione che in Toscana ha devastato città e campagne.
“L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa ed è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli - afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”. Un obiettivo che richiede un impegno delle istituzioni per accompagnare l’innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti, fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte. Servono - conclude Prandini - investimenti per manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi, che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno”.
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