Sarà per l’avocado toast o per il poke - tra le tendenze più amate e gettonate sulle tavole dei più giovani - sarà perché è considerato un “superfood”: in Italia, negli ultimi cinque anni, si evidenzia un vero e proprio boom delle importazioni (+120%) di avocado, che, insieme al mango (+37%), è sempre più al centro delle preferenze dei consumatori, secondo un’indagine Ismea, presentata da Macfrut Academy. Una famiglia italiana su quattro, nell’ultimo anno, ha acquistato almeno un avocado: le vendite hanno riguardato la fascia di consumatori 35-54 anni, spesso con figli adolescenti, interessando in modo particolare il nord d’Italia nel canale della grande distribuzione, con prevalenza dei discount. Non c’è una correlazione strettissima tra acquisto del prodotto e reddito familiare.
“Nel contesto di una contrazione dei consumi di ortofrutta, la frutta tropicale va in controtendenza, registrando un +4,5%, con una crescita di avocado e mango - spiega Fabio Del Bravo, responsabile Ismea dell’analisi dei mercati - ma attenzione, si tratta di due prodotti che presentano mercati differenti. Malgrado la crescita imponente, l’Italia rimane al sesto posto nel consumo di avocado tra i Paesi europei, con 40.000 tonnellate, decisamente distanziato da Francia (148.000 tonnellate), Spagna (113.000), Regno Unito (107.000) e Germania (104.000). Quello che si nota però è un vero e proprio boom nei consumi nel nostro Paese negli ultimi cinque anni (+179%), tanto da registrare la seconda migliore performance in Europa dietro solo alla Spagna (+203%)”.
Diverso è il discorso del mango, il cui acquisto avviene prevalentemente per il piacere del prodotto: “nel nostro Paese - precisa Del Bravo - una famiglia su cinque ha acquistato un mango, mentre la crescita delle importazioni negli ultimi cinque anni è stata più contenuta rispetto all’avocado (+37%). E se in entrambi i casi la distribuzione moderna copre la quasi totalità delle vendite, con discount al primo posto, diverso è il discorso nella correlazione tra livello di reddito e acquisto, significativa per il mango, così come nella fascia di età, dove risulta preferito dai consumatori con età superiore ai 64 anni. Quello che emerge chiaramente è la scelta del prodotto per piacere, più che per gli aspetti benefici. In ogni caso, tutti gli indicatori fanno emergere chiaramente una previsione di crescita nel breve e medio periodo per entrambi i prodotti”, conclude Del Bravo.
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