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LO SCENARIO

Vino francese in crisi: i vignaioli alzano i toni, i negociant cercano la concordia per ripartire

Ancora episodi violenti nell’Herault e a Nimes. L’Union des Entreprises Viticoles Méditerranéennes: “dobbiamo unire le forze)
FRANCIA, PROTESTE, vino, Mondo
Continuano sempre più accese le proteste dei viticoltori in Francia (ph: Vitisphere)

Mentre i viticoltori accendono i toni della protesta, in Francia, con atti vandalici e danneggiamenti ai danni di negozi e cantine (atti intimidatori come la messa a fuoco di vinacce e bancali sono andati in scena nell’Herault davanti alle sedi di Castel e Grands Chais de France, nell’Herault, e davanti alla Prefettura di Montpellier, mentre a Nimes sarebbero addirittura stati svuotati i serbatoi e danneggiati i macchinari del centro d’acquisto Johanès Boubée, che fa riferimento al gruppo Carrefour), in Negociant della Languedoc cercano di calmare le acque. E, con un comunicato firmato dalla Uemv (Union des Entreprises Viticoles Méditerranéennes), riporta “Vitisphere”, “si rammaricano che le case vinicole siano prese di mira da certi movimenti di viticoltori”, sottolineando come queste azioni non sono quelle che permetteranno al settore di “di uscire dalla crisi che tutti stiamo vivendo. È fondamentale incanalare tutte le forze trainanti a favore dell’immagine dei nostri vini agli occhi dei consumatori”.
Gilles Gally, presidente Uemv, riconosce che “i costi di produzione sono aumentati senza poter essere trasferiti sul mercato. Capisco l’angoscia dei viticoltori, ma la violenza nei confronti dei loro partner non è una soluzione. Di fronte alle difficoltà economiche, climatiche e geopolitiche, la tentazione di ritirarsi e l’esasperazione che si manifesta nella violenza è grande. Ciò di cui c’è bisogno è uno slancio per adattarsi ai nuovi mercati e riconquistare il cuore dei consumatori. La Languedoc-Roussillon è ricca di terroir favolosi. Sta a noi costruire collettivamente mercati sostenibili per promuovere e promuovere i nostri vini”.

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