Gli ostacoli imposti dall’Austria al transito dei mezzi pesanti e quindi dei prodotti al Brennero, motivato come mezzo di contrasto ai flussi di migranti clandestini che, attraverso la frontiera austro-italiana, accedono indisturbati agli stati del Centro e Nord Europa, ma anche per ragioni di inquinamento ambientale, minacciano il record storico dell’agroalimentare made in Italy che nel 2023 ha superato il valore di 64 miliardi di euro, il massimo di sempre. A denunciarlo è la Coldiretti, sulla base di un’analisi sui dati Istat del commercio estero nel periodo gennaio-dicembre 2023 diffusa in occasione dell’invio della lettera del Governo indirizzata al segretario generale della Commissione europea a firma del Ministro per gli Affari Esteri Raffaele Fitto.
Il Brennero è un canale oggi insostituibile per il flusso delle merci dall’Italia, sottolinea la Coldiretti, - verso l’Europa che rischia di essere soffocato dai limiti alla circolazione che pesano sull’economia e sul lavoro. Basti pensare che attraverso l’arco alpino transitano le esportazioni agroalimentari italiane dirette verso il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo che conta Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia e tre Paesi dell’Est Europa, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. La sola Germania è il principale mercato europeo di sbocco del cibo made in Italy per un valore che nel 2023 ha raggiunto la cifra di 8 miliardi di euro in crescita del 9% sull’anno precedente.
A minacciare le esportazioni agroalimentari tricolori, però, sono anche le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi nel Mar Rosso con le spedizioni agroalimentari verso l’Asia, con stime che complessivamente raggiungono i 5,5 miliardi di euro. L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez e a circumnavigare il Sud Africa, hanno portato ad un aumento dei costi di trasporto del 40%, secondo un’analisi Ismea, mentre i tempi di percorrenza sono aumentati mediamente di 7-10 giorni. Le produzioni più penalizzate sono i derivati del pomodoro, per un valore di 270 milioni di euro, davanti alle mele, le cui vendite in Asia ammontano a 170 milioni . Ma tra gli alimentari interessati alle esportazioni in Asia oltre all’ortofrutta fresca e trasformata, ci sono anche la pasta e prodotti da forno, dolci e vino per un valore complessivo stimato in 5,5 miliardi nel 2023. Il blocco del Mar Rosso pesa anche sulle importazioni dall’Asia di fertilizzanti, che rappresentano ben il 15% del totale degli arrivi in Italia, per un valore di 200 milioni nel 2023, con un preoccupante impatto sui costi di produzione delle imprese agricole che coltivano frutta e verdura. Ad essere interessati sono soprattutto i concimi idrosolubili che vengono utilizzati nella fertirrigazione e per i quali si avvertono già le prime tensioni sui prezzi.
Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve rimuovere gli ostacoli commerciali ma anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità , con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo - commenta il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, così da sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che, ogni anno, rappresenta per il nostro Paese un danno notevole in termini di minor opportunità di export, ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Ice con il sostegno delle ambasciate anche nel contrasto all’italian sounding. L’obiettivo è portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030”.
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