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BIOTECNOLOGIE

Dalla carne d’aria al risocarne, la scienza risponde all’insostenibilità degli allevamenti

La novità nella produzione di proteine sostenibili è il cibo ibrido che arriva dalla Corea: si può coltivare la carne di manzo sui chicchi di riso
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Dalla Corea arriva la carne di manzo coltivata sui chicchi di riso

Che l’allevamento sia tra le pratiche meno sostenibili e che siano necessari degli importanti cambi di passo nel settore non è certo una novità e ci sono state numerose occasioni per parlarne recentemente anche su Winenews. Negli ultimi tempi, però, sono stati molti gli sforzi in direzione di un’alimentazione più sostenibile: dalle proteine ottenute dall’aria al risocarne, illustrato in uno studio pubblicato sulla rivista “Matter” dal team di ricerca guidato dalla Yonsei University di Seoul.
Grandi e numerosi sono stati gli sforzi fatti nel campo della coltivazione e produzione di alternative sostenibili alla carne. Tra queste, la air-meat o “carne d’aria”, in italiano. Questa impresa, portata avanti da aziende come Air-Protein, è stata ispirata da una proposta Nasa degli anni Sessanta per l’alimentazione degli astronauti nei lunghi viaggi spaziali. Il concetto però non è del tutto nuovo: il Quorn, derivato da un fungo, utilizza la fermentazione ed è stato lanciato negli anni Ottanta, mentre altre startup come la finlandese Solar Foods hanno sviluppato modi per alimentare un processo simile a quello di Air-Protein utilizzando aria ed energia rinnovabile per la produzione di alimenti proteici. Ciò che è importante, però, è che queste soluzioni riducono (annullano, secondo Air-Protein) le emissioni in atmosfera, producendo ossigeno e azoto a partire dall’aria utilizzando l’energia rinnovabile e ricavando anidride carbonica da fornitori industriali. In futuro l’intenzione è quella di utilizzare la cattura diretta dell’aria per assorbire anidride carbonica direttamente dall’atmosfera.
E, infine, con un rilascio inferiore ai 6,27 kg di Co2, contro gli approssimativamente 50 kg ogni 100 g di proteine della carne tradizionale, il risocarne coreano. Il prodotto coreano sembra essere un’opzione solidale, specie se si pensa che, se commercializzato, il riso ibrido potrebbe costare circa 2,23 dollari al chilo, contro i 14,88 dollari della carne bovina e a malapena superiore al riso comune (2,20 dollari). Il riso ibrido offre, inoltre, l’8% in più di proteine e il 7% in più di grassi rispetto al riso normale, un processo produttivo relativamente semplice e presenta bassi rischi per la sicurezza alimentare: “non mi aspettavo che le cellule crescessero così bene nel riso”, ha dichiarato Sohyeon Park, primo autore, che ha condotto lo studio sotto la guida dell’autore corrispondente Jinkee Hong, alla Yonsei University, in Corea del Sud. La procedura è semplice: il gruppo di scienziati ha prima rivestito il riso con gelatina di pesce, un ingrediente sicuro e commestibile che aiuta le cellule ad aderire meglio al riso. Le cellule staminali di muscolo e grasso di mucca sono state poi seminate nel riso e lasciate in coltura nella piastra di Petri per 9 -11 giorni. Coltivare le cellule animali usando i chicchi di riso, invece delle solite impalcature fatte con proteine di soia o noci è una vera novità e, dato che le molecole presenti nel riso possono anche nutrire e promuovere la crescita delle cellule coltivate, il riso sarebbe una piattaforma ideale se non fosse che, come dice il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ad “emissioni di gas climalteranti la coltivazione di riso è seconda solo all’allevamento di bestiame”.

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