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IL CASO

Vino ed etichetta, 65 parlamentari francesi chiedono stop a “prodotto in Francia” da vini stranieri

La norma oggi consente di etichettare così gli spumanti fatti da vini acquistati dall’estero ma finiti in Francia, “confondendo il consumatore”
ETICHETTE, FRANCIA, vino, Mondo
Francia, richiesto lo stop al “prodotto in Francia” ma da vini stranieri per gli spumanti

Secondo molti produttori francesi, la crisi del vino legata soprattutto ai prodotti di fascia più bassa, è in buona parte “colpa” delle importazioni di prodotti dalla vicina Spagna, come spesso raccontato nelle cronache delle proteste che hanno animato i territori transalpini nelle settimane scorse, dove non sono mancati atti vandalici come lo sversamento di cisterne di vino provenienti proprio dalla Spagna. Ma ora questa tematica si è spostata nel Parlamento di Parigi, dove, riporta il sito “Vitisphere”, un gruppi di 65 parlamentari guidato dal deputato Aurélien Lopez-Liguori (Hérault, Rassemblement National), ha accolto la richiesta della Camera dell’Agricoltura dell’Héreault, chiedendo di cambiare la legge che consente di etichettare come “prodotto in Francia” lo spumante generico che ha fatto la presa di spuma nel Paese, sebbene la materia prima si acquistata oltre confine, da Paesi come la Spagna, ma anche l’Italia.
La proposta, in particolare, “chiede l’abrogazione delle norme perniciose che consentono la francesizzazione degli spumanti stranieri e l’intensificazione della lotta contro le frodi di etichettatura”, si legge in un comunicato stampa. Nella proposta di risoluzione si afferma che “una delle cause principali di questa crisi del vino è la concorrenza sleale dei vini stranieri, e in particolare dei vini spagnoli. Poco costosi per l’acquirente, investono gli scaffali dei nostri negozi, a volte senza essere presentati così come sono”, con nel mirino la “pratica frequentemente menzionata dai viticoltori dell’etichettatura “prodotto in Francia” dei vini trasformati che hanno francese solo l’ultima fase di produzione (la seconda fermentazione)”, ma è vicina ai vini “prodotti di Francia” (produzione e lavorazione dell’uva sul territorio francese).
“Il consumatore non è in grado di distinguere facilmente tra i due tipi di vino e i viticoltori francesi si trovano in concorrenza con vini che sono per lo più prodotti all’estero e sono meno costosi”, hanno sottolineato i 65 eurodeputati. Una vicenda interessante e che, a suo modo, conferma, ancora una volta, come sul tema dell’etichettatura dei vini, ci siano ancora tanti passi in avanti da fare sul tema della trasparenza nei confronti di chi produce, di chi trasforma e, soprattutto del consumatore.

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