Ogni anno i cinghiali costano all’agricoltura italiana 200 milioni di euro, tra danni diretti e indiretti, con 2,3 milioni di animali selvatici lasciati liberi di scorrazzare nelle campagne. Una pressione anche sulle strade, dove nel 2023 si sono registrati 170 incidenti stradali con morti e feriti causati dagli animali selvatici, in aumento dell’8% sul 2022 (fonte: Coldiretti/Asaps). Ma in pericolo ci sono anche gli allevamenti suinicoli, dai quali nascono le specialità della norcineria nazionale, perché i cinghiali sono i principali diffusori delle peste suina africana che, pur essendo innocua per l’uomo, minaccia la sopravvivenza delle aziende. Basti pensare che, secondo le attuali regole, basta un cinghiale malato rinvenuto a chilometri di distanza da una stalla per far scattare la decisione di abbattere migliaia di maiali perfettamente sani. Per questo, dal Nord al Sud dell’Italia gli agricoltori della Coldiretti proseguono le mobilitazioni in piazza per gridare la propria rabbia contro l’invasione incontrollata di cinghiali che devastano le colture e mettono a rischio la vita delle persone, nelle città come nelle campagne. L’appuntamento è per domani, 4 luglio, a Torino, Firenze e Bari, dove migliaia di imprese cingeranno d’assedio le sedi delle Regioni per chiedere l’adozione immediata di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata, facendo applicare a livello locale le misure previste dal Decreto interministeriale varato lo scorso anno.
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