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ATTUALITÀ

Peste suina, 24 focolai nelle aziende. Cia-Agricoltori: “agire su contenimento e indennizzi”

Domani l’incontro con il Commissario straordinario per la Psa, Giovanni Filippini. Il presidente Fini: “in gioco il futuro di 26.000 allevamenti”
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Preoccupazione per i suini italiani in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna

Continua a tenere banco la situazione legata alla Peste suina africana (Psa) che sta interessando alcune Regioni del Nord Italia, Lombardia in primis, ma anche Piemonte ed Emilia-Romagna. Come approfondito, ieri, da WineNews, in Italia c’è un problema che sta colpendo, in alcune zone del Belpaese, animali come maiali e cinghiali, ma che ha anche rilevanti conseguenze per gli allevatori che vedono a rischio la propria sopravvivenza. I focolai stanno preoccupando e il Commissario straordinario alla Peste suina africana, Giovanni Filippini, ha deciso di attuare misure più drastiche, attraverso un’ordinanza, per contrastare la diffusione dell’infezione del virus negli allevamenti delle Regioni interessate. Le associazioni di categoria, intanto, continuano a farsi sentire, perché gli allevatori temono una crisi importante.
Cia-Agricoltori Italiani ha detto che “non si può più aspettare. Ormai l’allerta è massima per gli allevatori con 24 focolai di peste suina nelle aziende del Nord Italia, 18 in Lombardia, 5 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna, e oltre 50.000 capi già abbattuti. Adesso, con il lockdown per le stalle nelle Regioni coinvolte disposto dall’ultima ordinanza, bisogna stringere i tempi sulle azioni di contenimento dei cinghiali, ma soprattutto sugli indennizzi per le imprese colpite dai danni diretti e indiretti
. Queste le istanze che Cia-Agricoltori Italiani metterà sul tavolo nell’incontro con il nuovo Commissario straordinario che si terrà domani, 4 settembre, nella sede nazionale della Confederazione”. Il presidente Cristiano Fini, ha aggiunto che “siamo preoccupati per l’escalation della peste suina. Proprio oggi, in vista dell’incontro con Filippini, abbiamo tenuto una riunione in videoconferenza con i nostri allevatori. Quello che ci chiedono, prima di tutto, è la garanzia di ristori adeguati e rapidi per sopravvivere all’emergenza, tra mancata produzione e blocco sanitario, oltre a uno stop degli oneri contributivi e previdenziali. Occorre, poi, aumentare le risorse per le misure di prevenzione e accelerare gli abbattimenti per bloccare la circolazione del virus e fermare i contagi, partendo dalle zone cuscinetto. È in gioco il futuro di 26.000 allevamenti suinicoli in tutta Italia. La Psa rischia veramente di annientare un settore chiave del nostro agroalimentare, che genera oltre 13 miliardi di euro tra produzione e industria”.

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