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L’ALLARME

Il maltempo colpisce la produzione di nocciole made in Italy: raccolto in calo del 20%

Coldiretti: la Regione più colpita è il Piemonte (-50%), poi la Campania alle prese con la cimice asiatica. Preoccupazioni per l’import dall’estero
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Il maltempo colpisce le nocciole made in Italy: raccolto in calo del 20%

Tra i danni del clima avverso, c’è anche il crollo della produzione delle nocciole italiane: previsto, principalmente a causa del maltempo, un calo stimato per la raccolta del 2024 del 20%. Lo riporta Coldiretti, che ricorda come l’Italia sia il secondo produttore mondiale dopo la Turchia, con quasi 100.000 ettari coltivati e una produzione che si aggira intorno ai 100 milioni di chili. Il nostro Paese inoltre vanta anche una Dop (la Nocciola Romana) e due Igp (la Nocciola del Piemonte e la Nocciola di Giffoni).
La Regione più colpita è per l’appunto proprio il Piemonte, dove si coltiva un terzo della produzione nazionale, con una diminuzione prevista del 50%. Secondo l’associazione di categoria, l’alternarsi di fenomeni siccitosi prima, seguiti da piogge persistenti nel periodo primaverile, ha causato i primi problemi, ma la situazione è drasticamente peggiorata nei mesi successivi. Flessione anche in Campania dove si segnalano cali del 20-30%: a pesare sono stati soprattutto gli attacchi della cimice asiatica, l’insetto alieno portato in Italia dai cambiamenti climatici tanto che la Coldiretti locale ha chiesto un piano regionale per il contenimento del parassita.
Va meglio nel Lazio, che rappresenta il 25% degli ettari coltivati, con il raccolto 2024 che si inserisce nella media degli ultimi anni, soprattutto su un 2023 che aveva visto un crollo della produzione a causa del maltempo. Stesso discorso in Sicilia, dove la siccità non sembra aver intaccato i noccioleti, mentre sono state limitate le incursioni dei ghiri, gli animali che rappresentano da sempre il “terrore” dei produttori. Le quattro regioni coprono oltre il 90% della superficie coltivata italiana.
Secondo Coldiretti, il calo della produzione nazionale rischia di incrementare gli arrivi dall’estero: lo scorso anno sono stati importati 75 milioni di chili di nocciole straniere, la metà delle quali dalla Turchia, Paese spesso sotto accusa per gli elevati residui di sostanze tossiche e per il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori. Con una battaglia, l’associazione di categoria ha fatto così introdurre l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine anche per le nocciole sgusciate e la frutta secca, anche se manca ancora il vincolo per quella trasformata per essere usata come ingrediente in dolci e altri prodotti.

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