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LA FESTA DI OGNISSANTI

Halloween “da brivido” per le zucche italiane: giù la produzione. Ma cresce lo “zuccaturismo”

Coldiretti: crollo del 25% per l’ortaggio-simbolo dell’autunno, per le alluvioni al Nord e la siccità al Sud. 30 milioni di euro il giro d’affari
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Halloween “da brivido” per le zucche italiane: giù la produzione

È un Halloween “da brivido” per le zucche italiane, con un crollo della produzione del 25%, tra gli effetti del maltempo e delle alluvioni al Nord e la siccità al Sud. A dirlo, un monitoraggio Coldiretti sull’andamento stagionale dell’ortaggio simbolo della Festa di Ognissanti, che si celebra il 31 ottobre. Proprio nelle settimane della ricorrenza si moltiplicano gli acquisti, per un giro d’affari stimato in 30 milioni di euro. Si tratta per la quasi totalità di prodotti destinati al consumo alimentare, anche se cresce l’attenzione per le zucche ornamentali da intagliare, per le quali proprio Halloween rappresenta oltre il 90% del mercato. Esemplari che possono essere di piccola taglia o di grandi dimensioni, di forma variabile (allungate a forma di tubo, a trombetta, a cappello, schiacciate, a spirale, tonde) e persino di colore differente, dal verde al rosso accesso, fino alle colorazioni striate. Tra tavola e intaglio, il prezzo medio al dettaglio quest’anno oscilla tra i 2 ed i 2,50 euro al chilo, ma può anche raddoppiare o triplicare se sbucciata e tagliata.
Una situazione complessa quindi, quella delle zucche tricolori, che non risparmia nessun territorio, dal nord al sud della penisola: in Lombardia, dove si coltiva un quarto della produzione nazionale, si prevede un calo medio nelle rese del 30% sul 2023. A ridurre la disponibilità di prodotto sono state le anomalie climatiche, rileva Coldiretti, e nello specifico l’eccesso di precipitazioni, che ha caratterizzato sia il periodo delle semine sia la fase finale della stagione produttiva. Tra le varietà di zucca che hanno risentito di più dell’andamento climatico ci sono la “beretta piacentina”, quella “americana” e la zucca “cappello del prete”. Addirittura peggiore la situazione in Puglia dove la siccità ha tagliato in media del 40% la raccolta, a causa della grave carenza d’acqua e del caldo fuori stagione anche in autunno. Male anche in Campania dove nel casertano si è registrato un anno difficile per la produzione per i problemi legati al caldo. Nelle zone basse questo fattore ha influenzato in maniera determinante sulla resa, fino al 40% in meno per ettaro. Tra le principali regioni produttrici, positiva, invece, la situazione in Veneto, mentre nel ferrarese, in Emilia, il bilancio è buono per chi aveva già raccolto prima dell’alluvione. Accanto a varietà internazionali come l’Americana, la Butternut, l’Asterix, molti imprenditori agricoli in Italia, continua la Coldiretti, sono impegnati nella conservazione di quelle tradizionali come la zucca Cappello del prete, la Berretta piacentina, la Mini Moscata, la Violina, la Moscata, la Trombetta e la Delica della quale si utilizza tutto, dalle foglie ai fiori, dalla buccia ai semi oltre naturalmente la polpa.
Al calo della produzione italiana, si aggiunge l’aumento delle importazioni dall’estero, cresciute del 38% in quantità nei primi sette mesi 2024, con 15 milioni di chili di prodotto, di cui i due terzi arrivano dall’Africa, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, dove possono essere coltivate con l’utilizzo di sostanze vietate nella Ue. La mancanza dell’obbligo dell’etichetta d’origine sulle zucche tagliate o trasformate (dalle zuppe ai semini) rende peraltro difficile ai consumatori riuscir a identificare il vero prodotto italiano.
Ma nel frattempo, cresce anche lo “zuccaturismo” che, conclude Coldiretti, in tutta Italia attira decine di migliaia di visitatori, con vere e proprie esperienze dedicate come il “Villaggio delle zucche di Nonno Lele” a Treviso o “Il Giardino Delle Zucche - Pumpkin Patch” di Pignataro Maggiore, nel casertano.

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