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L’ANALISI CIRCANA

In Italia, per le bevande alcoliche i consumi spingono sull’economicità, e i bar sono sempre meno

Stati Generali del Mercato Food & Beverage: gli effetti sui volumi nei primi 9 mesi 2024 mostrano una tenuta critica per il fuori casa
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Per le bevande alcoliche i consumi si spostano sui prezzi più bassi (ph: Freepik)

Saranno i tempi di crisi, che sembrano non finire mai, i prezzi che non seguono il potere di acquisto degli italiani, ma il risultato è che, nelle abitudini del fuori casa, il consumatore si è spostato verso la scelta di prodotti “più economici”, in particolare riguardo a bevande alcoliche, spirits, vino e bollicine. La scelta ricade su bicchieri a “taglia” più piccola e bar e ristoranti, in generale, non vivono il loro periodo migliore. Tanti gli argomenti discussi, ieri a Roma in Confindustria, nell’evento annuale degli Stati Generali del Mercato Food & Beverage in Italia, organizzato, da Italgrob, la Federazione Italiana Distributori Horeca, in collaborazione con Italian Exhibition Group. Le sfide, le opportunità della filiera distributiva e i principali trend dei consumi del settore in un contesto economico in continua evoluzione, sono stati i principali temi al centro delle tavole rotonde.
Una “radiografia” è arrivata con la presentazione dello studio della società di ricerche e analisi di mercato Circana con Marco Colombo, Global Solution delivery, che ha posto l’attenzione su trend e criticità per il 2024. Secondo i dati rilasciati da Circana, dopo gli anni difficili segnati dalla pandemia da Covid-19, la ripresa del settore distributori bevande è stata sostenuta fino a fine 2023 dal clima positivo di fiducia e da un aumento della domanda interna nonostante il freno inflattivo, ma, soprattutto, dalle dinamiche climatiche, dalla crescita continua del turismo, sia nazionale che internazionale. La sfida dei distributori era stata quella di gestire le emergenze di disponibilità di prodotto in stagione e l’innalzamento continuo dei prezzi all’acquisto. Le prime avvisaglie di difficoltà registrate a fine 2023 si sono poi confermate nel corso dei mesi successivi, e per quanto per i principali indicatori macroeconomici il territorio è rimasto positivo, l’indice di fiducia dei consumatori, pur migliore di inizio 2024, rimane ai minimi degli ultimi 7 anni raggiungendo progressivamente un livello di preoccupazione. Tale indice si mostra in diretta correlazione con la propensione dei consumi fuori casa misurati tramite le visite nei punti di consumo finali, che rimangono sostanzialmente stabili, e della spesa media, la cui crescita si presenta in progressiva contrazione nel corso dell’anno. In questo contesto, gli effetti sui volumi nei primi nove mesi 2024 mostrano una tenuta critica per il settore di alimentari e bevande nel fuori casa (+2,4% nei distributori, -6,9% nei cash & carry), a fronte di una compressione nel consumo domestico (-0,8% in distribuzione moderna); parallelamente, il fatturato risente del rientro del fattore inflattivo e di una componente di riduzione di valore del mix.
Per quanto riguarda l’inflazione, il canale lungo mostra maggiore inerzia anche nella progressiva riduzione, assestandosi intorno a un 4%, superiore all’1,7% della Gdo (gennaio-settembre 2024), ma negli ultimi mesi in deciso calo sul dato Istat di Indice prezzi al consumo servizi ricettivi e ristorazione compreso tra i 5,5 e 5 punti. Il distributore di bevande opera, ancora una volta, come calmieratore degli incrementi di prezzo particolarmente di impatto nell’alta stagione, quest’anno caratterizzata da condizioni meteorologiche altamente variabili. Il 2024 ha rappresentato un momento di svolta per i distributori di bevande che hanno dovuto operare bilanciando la costruzione di una proposta distintiva di valore su assortimento, posizionamento di prezzo, livello di servizio e caratterizzazione del portfolio, con le esigenze di mercato al fine di sostenere una crescita non più scontata.
Il fattore mix (o portfolio) è stato determinante nei risultati fino a settembre 2024: la crescita di volumi è stata realizzata su prodotti con un prezzo al litro più basso della media di categoria, in quanto il consumatore si è spostato verso la scelta di prodotti “più economici” con un distributore forzatamente guidato dai suoi clienti ad adeguarsi. Ciò è stato particolarmente rilevante per le bevande alcoliche, spirits, vino e bollicine che avevano trainato la crescita negli scorsi anni e che nel 2024 hanno mostrato i primi segnali di sofferenza. Ancor più importante diventa il ruolo dell’innovazione che continua a crescere in termini di contributo alle vendite con un rapporto fatturato-volume più proporzionale che pesa ancora relativamente poco nel complesso dell’offerta (solo il 12% del fatturato del 2024 è legato a prodotti lanciati negli ultimi sei anni).
Luca Pellegrini, presidente TradeLab, si è dedicato ad un’analisi dei canali di sbocco dei consumi food & beverage e sull’incidenza di alcuni fattori come l’inflazione, seppur in calo, sulle dinamiche di consumo. Dal valore pre-pandemia di 85 miliardi di euro (2019) e dopo la caduta a 53 miliardi nel 2020, si è assistito a una progressiva ripresa: 68 miliardi nel 2021 fino ai 99 miliardi di euro di valore nel 2023, mentre per il 2024 c’è una previsione a 101 miliardi. Dall’analisi continuativa di TradeLab sulle visite, emerge che nel periodo da marzo a giugno si è registrato un calo, con un temporaneo recupero in luglio e un nuovo ribasso tra agosto e settembre. Cresce la colazione, stabili pranzi e cene e, sul fronte dei canali, migliori performance per il take away e per pizzerie e ristorazione oltre i 35 euro di scontrino medio, mentre i bar risultano il canale più in difficoltà. Questo è dovuto anche a una saturazione del mercato dei bar: dal 2017 si sono ridotti, infatti, di 23.000 unità. Il settore della ristorazione, che ha avuto una importante espansione avendo raddoppiato i punti vendita da 70.000 nel 2010 a quasi 150.000 nel 2024, ora si sta stabilizzando. Anche le catene, pur in crescita negli ultimi anni, mostrano segnali di saturazione nelle piazze principali e guardano sempre più verso aree emergenti. Con previsioni positive per il 2025 sulle visite (+0,9%) con un valore del +2,8%.
Presentata anche la relazione di Antonio Faralla, ceo Formind, sulle diverse occasioni di consumo del fuoricasa, tra novità e conferme: “riscontriamo una tenuta della colazione con un orientamento verso i prodotti salutistici, una rimodulazione del pranzo con una crescita dei formati di servizio, una criticità nell’aperitivo diurno a causa del suo posizionamento che si riflette sui consumi degli aperitivi monodose. Complessa è la situazione nell’aperitivo serale dove i tradizionali aperitivi alcolici si confrontano con un calo della domanda, dovuto sia al posizionamento dell’offerta food e beverage che alla qualità e all’innovazione del servizio. Nel serale la frequentazione tiene, ma lo stile e la spesa si rimodulano, ad esempio, per la birra alla spina crescono le bevute nei bicchieri da 0,20, calano invece quelle nei bicchieri da 0,40; ciò è indice di come il consumatore residente contiene la spesa, ma riflette anche un atteggiamento deciso delle nuove generazioni che tendono a bere meno alcolico, trend confermato anche nel segmento spirits, dove tranne che per poche categorie, assistiamo a decisi segni di decremento. Il canale al netto dell’apporto dei consumatori non residenti riflette un segno negativo dell’ordine del -4%”.
Per il senatore Matteo Gelmetti, che ha presentato il disegno di legge Albo nazionale distribuzione Horeca, “con questo Ddl abbiamo voluto disegnare il nuovo percorso di riconoscimento dell’Horeca, un settore altamente importante e strategico e che purtroppo per troppi anni è rimasto invisibile. Un comparto che ha numeri importanti, molto significativi, che devono avere la giusta attenzione da parte del Governo. Questo disegno di legge mette un punto su un tema che da troppi anni era stato segnalato e permette di accedere a tutte le offerte che il Ministero delle Imprese e del Made Italy può fornire a chi è iscritto a un albo regolarmente registrato”.
Antonio Portaccio, presidente Italgrob, ha rilevato, tra i vari aspetti, “la preoccupazione della contrazione dei consumi in relazione alla forte diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie”, ma lancia “il monito a tutti gli attori della filiera sulle scelte di politica commerciale relative all’aumento prezzi, da attuare il prossimo anno per non contribuire ulteriormente ad una riduzione dei consumi con tutte le conseguenze drammatiche, in termini occupazionali in primis, che scaturirebbero da questo scenario”.
Secondo Dino Di Marino, dg Italgrob,“il disegno di legge che istituisce lo speciale elenco delle imprese della distribuzione Horeca rappresenta un’iniziativa fondamentale non solo per i distributori, ma anche per il mercato. Questo speciale elenco darà una precisa identità ai distributori Horeca Italiani che si iscriveranno, una riconoscibilità che permetterà di usufruire di iniziative politiche amministrative e fiscali con l’obiettivo di migliorare i servizi offerti alle imprese operanti nel settore della distribuzione del canale Horeca e ai loro utenti finali”.
Per Alessandro Fontana, direttore del centro studi di Confindustria, “l’economia italiana sta mostrando segnali di tenuta considerato il contesto sfavorevole. Per il 2025 abbiamo stimato un +0,9% del Pil, tuttavia, restano numerose incognite legate al contesto internazionale. In tal senso, rilevano le scelte economiche della nuova amministrazione Trump, il rallentamento dell’economia tedesca e la conseguente crisi politica e l’evolvere delle guerre in corso. Un tema particolarmente significativo riguarda la domanda europea che rimane strutturalmente bassa a causa di inflazione e tassi ancora elevati”.

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