Il confine occidentale della Valpolicella è segnato dal Monte Pastello, una lunga dorsale che parte da Rivoli Veronese e finisce sui Monti Lessini. Tocca i 1200 metri e si confronta col Monte Baldo: li separa la Valle d’Adige, che fa da traccia all’attività delle sorelle Benazzoli - Claudia e Giulia - quarta generazione di coltivatori di vite e produttori di vino. La traccia inizia a Serravalle in Val d’Adige, dove Onofrio e il figlio Vittorio coltivavano qualche ettaro di vigna. Con Fulvio, figlio di Vittorio ed enologo, inizia la produzione di vino vera e propria e l’investimento in Valpolicella e sul lago di Garda. Il Monte Pastello diventa così casa per due ettari di vigna in Sant’Ambrogio e le loro etichette rosse importanti (Amarone, Ripasso e Valpolicella), mentre ai suoi piedi, le colline moreniche di Pastrengo ospitano 26 ettari coltivati a Corvina e Rondinella, Pinot Grigio e Garganega. Non manca il legame fortissimo con il Trentino delle origini, grazie ad un Trentodoc da Chardonnay in purezza. Una traccia che, da nord a sud, porta con sé le etichette tipiche dei territori che tocca, per un totale di circa 60.000 bottiglie all’anno. L’Amarone della Valpolicella Classico 2018 ha profumi netti di ciliegia e susina in confettura, vaniglia e cardamomo con una nota profonda di balsami da sottobosco; il sorso è ampio e aderente, di buona struttura, dove calore e sapidità allungano il finale fruttato e pepato.
(ns)
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