Federico Montagnani, giovane e appassionato vignaiolo nella città turrita, ci accoglie con un sorriso contagioso nei luoghi un tempo conosciuti come Terre di Sovernaja. Pare di varcare la soglia della “contea tolkieniana”: qui orti, ulivi, 10 ettari di vigne (con un vitigno riscoperto e coltivato solo qua, il Verdacchio), zafferano, animali ed esseri viventi crescono in sintonia. Federico fin da piccolo segue il nonno Dino in vigna, che gli spiega le pratiche agricole tramandate di generazione in generazione, considerando che la famiglia fin dal 1685 è legata alla terra. Il nonno imbottigliò la prima Vernaccia di San Gimignano nel 1966, data di fondazione della Doc (poi prima Docg a bacca bianca nel 1993) e il nipote imbottiglia, dopo 51 anni nel 2017, la sua prima etichetta. Nel periodo di stacco dall’attività dell’imbottigliamento, che durò circa vent’anni, Federico senza mai perdere di vista il lavoro in vigna e nell’agricoltura in famiglia, lavora in aziende del territorio, accumulando esperienza, fino alla rifondazione. È una storia di radici: Federico non aveva mai abbandonato l’idea di tornare a produrre vino e ha fatto avverare il suo sogno “che diventa realtà quando puoi condividerlo”. Viti Sparse viene da diversi vigneti con età dai 45 ai 10 anni, affina in cemento e arriva nel calice profumato di erbe officinali, agrumi, pesca. Il sorso è vivo, irrorato da una vena sapida che invoglia alla beva.
(Alessandra Piubello)
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