Il Venezia Giulia Bianco Capo Martino firmato Jermann - uvaggio a base di Friulano, Picolit, Malvasia Istriana e Ribolla Gialla, prodotto per la prima con l’annata 1991 - matura in legno per 12 mesi. La versione 2023 si presenta di colore giallo paglierino intenso dai riflessi dorati e profuma di frutta a polpa gialla, agrumi, anice e spezie. In bocca il sorso è agrumato e polposo, dallo sviluppo continuo e compatto, terminando in un finale fresco e lungo dai ritorni speziati. Difficile aggiungere altri particolari alla significativa storia di Silvio Jermann, figura simbolo della storia vitivinicola del Friuli Venezia Giulia. Insieme al suo maestro Mario Schiopetto, è stato infatti il protagonista indiscusso del riscatto enologico della Regione, trasformando radicalmente i vini bianchi friulani, rendendo la sua impresa un vero e proprio gioiello produttivo e imprimendo alla sua cantina anche una caratura internazionale, tutta giocata sulla produzione bianchista. Produzione che, nel 1975, quando uscì il Vintage Tunina - vino tuttora chiamato a svolgere il suolo di bandiera della cantina di Ruttars nei dintorni di Dolegna del Collio - non era certo il vanto enoico del Bel Paese. Oggi l’azienda Jermann - 182 ettari per una produzione di 1.450.000 bottiglie - resta saldamente uno dei marchi di riferimento del Collio: nel 2021 il suo pacchetto di maggioranza è stato acquisito dalla griffe fiorentina Antinori.
(are)
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