Dà luminosità ai terreni porfirici di Terlano e quindi il nome al vino da cui proviene: il quarzo abbonda da queste parti e secondo la cantina - cooperativa storica dell’Alto Adige, che ha da pochi anni celebrato il compiuto il 130° anniversario - contribuisce a dare profondità raffinata e retrogusto sapido ai vini ottenuti dalle piante che vi sostano. E il Quarz di Terlano è in effetti un vino luminoso, sia nelle annate più recenti, che in quelle più datate, dove acquistano colore e complessità, sia aromatica che strutturale, senza mai perdere in sapidità ed eleganza. La versione 2023 è sottile e balsamica, appuntita nei tipici sentori di bosso, di frutta bianca e agrumi verdi, ma non sfuggente grazie all’apporto roccioso. In bocca resta tesa e sapida, addirittura salata, e quindi citrina, lasciando spazio solo in chiusura a qualche nota dolce e tonda di vaniglia e frutta tropicale. Un vino che si può aspettare, esattamente come le altre etichette della cantina, che ha fatto dell’attesa il suo Leitmotiv. Oggi Terlano conta su 143 soci e 190 ettari di vigna posti sul lato nord-orientale del fiume Adige, che porta da Merano verso il Bolzano (e oltre, fino in pianura Padana). Di fronte c’è Andrian, che ospita la cantina cooperativa omonima e che nel 2008 si è fusa con Terlano, rappresentandone l’anima più sottile e austera del gruppo: complici i suoli calcarei e un’esposizione solare più “fresca”.
(ns)
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025


















































































































































































