Il 16 novembre, lo stesso giorno in cui la Dieta Mediterranea è stata dichiarata Patrimonio dell’Unesco, diventerà ufficialmente la “Giornata della Dieta Mediterranea”: è una risoluzione dell’Onu, che ha deciso di dedicare questa data allo stile alimentare reso noto dagli studi dallo scienziato americano Ancel Keys, che visse per 40 anni a Pioppi, frazione del Comune di Pollica. “L’istituzione di una “Giornata internazionale dedicata alla Dieta Mediterranea” è un risultato storico ed un passo importante nella lotta contro la diffusione degli alimenti ultra-formulati, per la promozione del cibo sano e naturale come modello di consumo e di prevenzione delle malattie, secondo Coldiretti e Filiera Italia.
L’istituzione di questa Giornata è stata fortemente sostenuta da Coldiretti e Filiera Italia e resa possibile grazie al lavoro del sindaco di Pollica Stefano Pisani e dell’ambasciatore italiano Maurizio Massari, rappresentante Permanente d’Italia alle Nazioni Unite a New York, con il suo team. La Dieta Mediterranea è un vero e proprio stile di vita che produce molteplici benefici: dalla salute all’ambiente, dalla spesa sanitaria alla socialità, dalla stagionalità alla territorialità, dal turismo alle relazioni sociali. Non a caso ormai da anni viene eletta la migliore degli stili alimentari, dal “Best diets ranking” elaborato dai media statunitense U.S. News & World’s Report’s”, celebre a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori.
Il modello della Dieta Mediterranea è anche un autentico strumento di prevenzione in grado di ridurre l’incidenza di molte malattie e di migliorare, al tempo stesso, la qualità e la durata della vita. Un concetto alla base anche dell’alleanza tra Coldiretti-Campagna Amica, la Fondazione Aletheia e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs che ha portato alla realizzazione del primo mercato contadino in una struttura ospedaliera, con la firma di un protocollo d’intesa per portare il cibo agricolo italiano, tracciato e di qualità all’interno dei luoghi della cura, promuovendo corretti stili alimentari, educazione alla salute e un rapporto diretto tra produttori e cittadini, a partire da pazienti, familiari, operatori sanitari e personale della struttura. Un modello replicabile negli ospedali di tutto il Paese, ma anche un simbolo dell’alleanza concreta e forte tra la ricerca medica e l’agricoltura, nella comune consapevolezza che quello alla salute è un diritto fondamentale dell’individuo.
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