Albino Armani è noto soprattutto per essere stato tra i pionieri della Valdadige enoica, mantenendo la barra dritta nel suo progetto enologico in Vallagarina, con i terreni ai piedi del Montebaldo e della Lessinia. Anche di fronte all’invasione recente del Pinot Grigio nei vigneti di questa zona, compie una strada del tutto diversa, fatta dalla valorizzazione della denominazione, dalla riscoperta dei vitigni locali e da un’interpretazione sobria di quelli internazionali. Stiamo parlando comunque di una realtà assai articolata. I vigneti occupano infatti 220 ettari e si estendono tra le denominazioni più importanti del nord-est del Bel Paese, dalla vicina Valpolicella, alla Marca Trevigiana, alle Grave friulane, fino, insieme a Maurizio Donadi, al Piave. I numeri dell’imbottigliato sono quindi consequenziali ed arrivano a 900.000 bottiglie di produzione annua, distribuiti in un portafoglio etichette ricco e articolato, composto da vini sempre di ineccepibile fattura che trovano nella costanza qualitativa il loro punto di forza. In questa molteplicità vi è anche l’Amarone della Valpolicella Albino Armani 2016, maturato in tonneau per 36 mesi: dal colore scuro ma vivo, profuma inizialmente di arancia e spezie dolci, lasciando gradualmente spazio alla rosa e alla ciliegia croccante. Questa forma graziosa si ritrova poi in bocca, dove il sorso si sviluppa centrale ma vivace, dal finale sapido e floreale.
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