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EMERGENZA E RIPARTENZA

Alluvione in Emilia Romagna, le misure del Governo aiutano 115.000 imprese. Il 15% sono agricole

Le stime Coldiretti, che invoca il sostegno della Ue: “si attivi il Fondo di solidarietà dell’Unione Europea (Fsue)”
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La bellezza dei vigneti in Romagna, dove si cerca di ripartire dopo l’alluvione

“Le misure varate dal Governo con il decreto maltempo riguardano nella Romagna alluvionata ben 115.000 imprese, delle quali il 15% sono agricole con oltre 30.000 occupati che moltiplicano lungo la filiera grazie ad un indotto da primato nazionale nella trasformazione e distribuzione alimentare”: così la Coldiretti, sull’impatto delle misure per 2 miliardi di euro varate dal Consiglio dei Ministri a sostegno dei territori alluvionati nelle province di Ravenna, Rimini e Forli Cesena, annunciate ieri.
“Le importanti misure per imprese e lavoratori sono un primo passo significativo per affrontare l’emergenza dell’Emilia Romagna dove a seguito della devastazione dell’alluvione saranno necessari ulteriori sforzi e risorse, anche con la partecipazione dell’Unione Europea con la presidente della Commissione Ue Von der Leyen presto in visita dell’Emilia-Romagna. Lo Stato membro colpito da calamità può presentare alla Commissione - precisa la Coldiretti - una domanda d’intervento del Fondo di solidarietà dell’Unione Europea (Fsue) entro al massimo dodici settimane dalla data in cui si sono verificati i primi danni provocati dalla catastrofe. La procedura di assegnazione di una sovvenzione, seguita da una procedura di bilancio (approvazione del Parlamento e del Consiglio), può durare diversi mesi ma gli Stati membri hanno la possibilità di chiedere il versamento di un anticipo fino al 25 % dell’importo totale del contributo finanziario previsto a titolo dell’Fsue, con un limite a 100 milioni di euro”.
“Ora il nuovo nemico è il tempo e insieme alle risorse occorre tagliare la burocrazia per fare arrivare il più in fretta possibile gli aiuti alle famiglie e alle imprese e sostenere la voglia di ricominciare di una popolazione che sta stupendo il mondo per la sua grande forza” afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini.

Si tratta di salvare un territorio di 300.000 ettari di superficie agricola dei quali oltre 25.000 ettari di frutteti con nell’ordine pesche e nettarine, kiwi, albicocche, susine, pere, kaki, ciliegi e castagni mentre in altri sono 25.000 ettari sono piantati vigneti ma ci sono anche migliaia di ettari coltivati ad orticole come patate, pomodoro, cipolla e altro anche per la produzione di sementi. Oltre 60.000 ettari sono coltivati a grano duro per la pasta, grano tenero per il pane, orzo, sorgo e mais. Su altri 7.000 ettari si estendono le coltivazioni di girasole, colza e soia mentre oltre 40.000 ettari sono coltivati ad erba medica per l’alimentazione animale. È preoccupante la situazione anche degli allevamenti con 250.000 fra bovini, maiali, pecore, capre, polli, galline da uova e tacchini e migliaia di animali morti e affogati.
“L’alluvione - ricorda Coldiretti - ha devastato aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso. Ai danni sulla produzione agricola si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade”.
Un’aiuto, conclude la Coldiretti - può venire dalla solidarietà, con l’iniziativa “Salviamo le nostre campagne” grazie alla quale sarà possibile sostenere le aziende agricole colpite con un versamento sull’Iban IT 55 U 02008 02480 000106765286, intestato a Federazione Regionale Coldiretti Emilia Romagna con causale “Alluvione Emilia-Romagna 2023”.

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