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ANCORA INVESTIMENTI DI PIERO ANTINORI IN TOSCANA (TRA LE COLLINE DI SAN VINCENZO E IL GOLFO DI BARATTI A PIOMBINO) … MA NON RIGUARDANO VIGNETI! CON ALTRI IMPORTANTI NOMI DELL’INSUSTRIA E DELLA FINANZA, ACQUISTATA L’EX TENUTA DI CALISTO TANZI

Italia
Piero Antinori

La notizia non riguarda strettamente il mondo del vino, ma vale la pena di essere raccontata perché conferma la volontà del marchese Piero Antinori di scommettere e investire nella Maremma, e più precisamente nei territori della provincia di Livorno, tra Piombino e San Vincenzo. La notizia è di questi giorni, secondo cui Piero Antinori - lui e lui solo senza il gruppo vinicolo - sarebbe stato “chiamato in ballo” dall’amico ed ex presidente della Fondiaria Alberto Pecci per dare nuova vita alla tenuta di Calisto Tanzi (vi ricordare il crack Parmalat?), tra le colline di San Vincenzo e il golfo di Baratti a Piombino.

L’azienda agricola di Rimigliano, questo il nome della splendida tenuta che conta una estensione di 550 ettari di terreno, nel dicembre 2004 era passata alla società toscana “Il Poggettino”, che se l’era aggiudicata all’asta per 23,5 milioni di euro. Oggi potrà invece contare su un nuovo progetto urbanistico e 70 milioni di euro d’investimento, grazie all’intervento della Rimigliano srl. Accanto a Pecci e al marchese Antinori, già proprietario del Grand Hotel il Tombolo a Castagneto Carducci, la nuova compagine vede anche la presenza della famiglia Marchi Falck, attraverso la Giofin srl di Gioia Falck (sorella di Alberto), e l’immobiliarista toscano Maurizio Berrighi. Tra acquisto e ristrutturazione, l’operazione avrà un valore complessivo di 100 milioni di euro e segna il definitivo tramonto del progetto di Francesca Tanzi che per Rimigliano immaginava un mega albergo con annesso un centro congressi della dimensione di 18.000 metri quadrati. Una vera e propria colata di cemento in mezzo al verde della Val di Cornia, avversata dall'amministrazione locale. Per Rimigliano che conta su una estensione pari ad un quinto del Comune di San Vincenzo (Livorno), sarà un vero e proprio ritorno alle origini e ora le parole d’ordine dei nuovi proprietari sono la “riqualificazione” , la “cura” e il “mantenimento” del territorio.

Come già detto l’operazione riguarda solo Piero, chiamato in causa come più come consulente e profondo conoscitore di questo territorio, ma senza l’ausilio del gruppo vinicolo. La conferma in questo senso arriva anche da Renzo Cotarella, direttore generale della Marchesi Antinori: “da parte nostra non c’è un coinvolgimento o un interesse diretto, il progetto riguarda più strettamente Piero Antinori e anche la sua partecipazione è più legata a un rapporto di amicizia e consulenza. Se ci sarà da dare una mano la daremo, ma non pensate a nuovi vigneti, per quelli - conclude Cotarella - ci bastano già quelli che abbiamo?”.

Leonardo Roselli

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