Basilisco - nata all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso - è diventata una delle realtà più note dell’areale del Vulture lucano, ed è stata acquisita nel 2011 da Feudi di San Gregorio, l’azienda di proprietà della famiglia Capaldo, ormai non solo realtà di riferimento irpina, ma vero e proprio gruppo vitivinicolo a proiezione nazionale. “Sotto il cappello” di “Tenute Capaldo”, infatti, troviamo una variegata serie di cantine, che va dal progetto Dubl - completamente votato alla spumantizzazione a Metodo Classico, a Sirch - azienda nei Colli Orientali del Friuli, passando per Campo alle Comete - nel bolgherese toscano, per arrivare, appunto, a Basilisco. Una realtà che attualmente conta su 27 ettari a vigneto in biologico, per una produzione complessiva attestata sulle 80.000 bottiglie con i suoi vigneti posti in parcelle, tra i 450 e i 600 metri d’altezza sul livello del mare, come, per esempio, Piano Croce - dove le viti, ormai più che trentennali, crescono su terreni calcareo-argillosi, e Fontanelle - dove le viti crescono invece su terreni lavici. Maturato per 12 mesi in legni di varia misura, l’Aglianico del Vulture Superiore Cruà 2016 profuma di lampone e marasca, con tocchi di cioccolato e rimandi affumicati e tostati. In bocca, il sorso è ben profilato da tannini vivaci, sviluppandosi solido e dinamico e chiudendo con un finale persistente dalle note mentolate e leggermente erbacee.
(fp)
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