La Tenuta di Bibbiano è fra le più antiche nel Chianti Classico ad essere sempre appartenute alla stessa famiglia: fin dal 1865. Oggi ne sono custodi Tommaso e Federico Marrocchesi Marzi e negli anni Ottanta l’hanno convertita in conduzione biologica, uno dei tanti tasselli che raccontano il profondo rispetto che nutrono per la terra che ha accolto la loro famiglia per oltre 150 anni. La sensibilità verso il proprio impatto ambientale, li ha portati anche a collaborare con l’Università di Firenze, per catalogare i propri suoli, esposizioni e dislivelli e per registrare i propri cloni di viti storiche di Sangiovese Grosso. Infine, coltivano solo uve locali, bianche e rosse: a fianco al Sangiovese, ci sono Ciliegiolo, Colorino, Malvasia Nera, Canaiolo, Trebbiano e Malvasia del Chianti, che confluiscono in vini tradizionali, deliziandosi anche in etichette più moderne (come lo Scappalepre, Sangiovese vinificato in bianco, e il rosso leggero Passotasso) o ispirati alle origini del territorio (come il Bibbianaccio, blend di uve bianche e rosse). Le etichette 100% Sangiovese sono 5: fra cui questa Riserva, che matura per 18 mesi, metà in cemento e metà in tonneaux. L’annata 2019 ha dato un vino decisamente speziato, accompagnato poi da dolci note ematiche e di ciliegia; il sorso è molto saporito, dall’aderenza decisa e calda che lentamente si distende, lasciando in bocca ricordi di arancia amara.
(ns)
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