Sono cambiate tante cose al Greppo, da quando il gruppo francese Epi della famiglia Descours ha preso in mano la storica azienda di Montalcino. Da neofita, lo staff ha per prima cosa iniziato a studiare. Studiare le piante, i terreni, esaminare le molteplici l'interazione pedo-climatiche dei diversi vigneti in possesso, per arrivare oggi a 15 parcellizzazioni, decise dati alla mano, e vinificate in piccoli tini. Per scoprire - ammettono sorridendo - ciò che Franco Biondi Santi aveva intuito con sensibilità: da quali filari fare la Riserva o da quali invece ottenere la croccantezza per il Rosso. Sono state nel frattempo espiantate alcune vigne (integrate con l'acquisizione di un appezzamento poco lontano, del tutto simile per esposizione e suolo) e stanno cercando di capire quali cloni - fra quelli presenti nella vigna sperimentale piantata negli anni '70 - possono integrare il celebre BBS11, anche in relazione ai cambiamenti climatici in atto. Non basta: botti nuove in cantina, spazi nuovi in progetto, l'esordio dei grandi formati, e, come ormai da qualche anno, l'uscita di un'annata storica in concomitanza con quelle nuove. Ma lo stile dei vini? Nessuna rivoluzione, solo più pronti. Il Brunello 2015, l'annata dei grappoli perfetti, profuma di menta piperita, addolcita dalla ciliegia e rallegrata dell'uva spina; in bocca è aderente a pieno palato, ma succoso di melograno e mosso da piccole increspature fresche che rinnovano gli aromi dolci e mentolati. Caleidoscopico.
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