Barolo Monvigliero di Burlotto è un tuffo nei sapori del Barolo della vecchia scuola ma con una narrativa contemporanea. Già da una semplice passeggiata nel piccolo borgo di Verduno, il Comune più a nord della denominazione, si respira quel dolce sentimento langarolo delle cose buone della periferia della campagna italiana, di quella descritta da Mario Soldati per intendersi. Il tempo immobile - scandito da qualche rintocco di campana, dal profumo di ravioli del plin e dall’insegna ottocentesca dalla Cantina - si può quasi intuire nel carattere del vino che andremo ad assaggiare. Da sempre, prima di chiunque altro, questa etichetta è un faro sicuro di stile per il grand-cru di Monvigliero. E non so se sia la vinificazione con raspo e grappolo (100%) intero o per la vicinanza con l’inusuale pepatissimo, erbaceo e croccantissimo vitigno aromatico Pelaverga, ma questo Barolo mostra inequivocabilmente delle pennellate di siffatti tratti. Con il 2016 Fabio Alessandria sembra aver superato sé stesso, unendo insieme a questi aspetti che rendono il vino dolce e vibrante, anche un tocco più elegante e profondo del solito. Un po’ come se, alla consueta complessità di un frutto delineato perfettamente, ai toni balsamici e di arancia rossa, ai sentori di erbe officinali ed al tatto vellutato e succoso, si fosse aggiunto una dimensione di potenza in più, appena sussurrata, ma che regalerà tante soddisfazioni anche tra molti anni.
(Filippo Bartolotta)
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