Camporignano, fino a poco tempo fa, non era incluso negli elenchi dei paesi vitivinicoli della Toscana. Il paese, 15 chilometri al sud di Colle Val d’Elsa, era conosciuto, semmai, per la presenza di un bellissimo castello Sforzesco, ora albergo di lusso, e per la presenza operativa di uno dei maggiori winemaker della Toscana (e non solo). Il suo pregio più significativo era la terra, argilla bluastra con salgemma, di origine marina, che conferiva ai vini il carattere particolare che, negli anni duemila, creava interesse e richiesta, non grandi per quanto riguarda numeri, ma diversi e fonti di molto interesse. Terreno di questo tipo, il “mattaione”, si trova solo qui e nelle zone di Volterra, e l’azienda non ha tardato nel valorizzarlo. La fattoria, che nonostante abbia solo dieci ettari di vigneti può vantare consulenze professionali di prima ordine (Stefano Bartolomei per la campagna, Valentino Ciarla per la cantina), ha sapientemente diviso la linea in tre proposte diverse e il successo commerciale è stata una conseguenza naturale di questa decisione. Molto gradevole il Camporignano - Merlot e Sangiovese affinato in acciaio - mentre il Mattaione, un omaggio al territorio, aumenta concentrazione e forza. Importante il Cerronero, ottimo Merlot che passa 18 mesi nei fusti piccoli e gratifica consumatori con la morbidezza, velluto e complessità del bordolese superiore che nasce qui.
(Daniel Thomases)
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