Quando il passato si mette le sneakers ed pronto a suonare una nuova melodia, è Malvasia Rock.
Con un gruppo di giovani alla guida, la storica Cantina Sociale di Casorzo guarda al futuro con energia e coraggio, lanciando la nuova etichetta della Malvasia di Casorzo Doc dal volto femminile. Un nome che è già un manifesto: più ritmo, più carattere, più voglia di farsi notare. Ma dietro questo piglio contemporaneo c’è un vino antico, con radici che affondano nel Medioevo. La Malvasia arriva dall’Egeo, dai porti della Grecia conquistati dai Veneziani nel XIII secolo. Da Monembasia a Creta, poi a Venezia, e infine in Piemonte: nei documenti sabaudi del Seicento è già celebrata come “dolce et del sapore dell’uva”. Nel Monferrato, e a Casorzo in particolare, questo vitigno ha trovato casa e identità. Lo conferma una storia che attraversa secoli: dall’enciclopedia di Diderot fino alla Doc ottenuta nel 1968, grazie al lavoro dei viticoltori riuniti proprio nella Cantina Sociale. Un sapere tramandato, fatto anche di gesti antichi come la filtrazione del mosto con i “sacchi olandesi”, per impedire la fermentazione e preservare il dolce profumo di rosa che ancora oggi incanta. Ottenuta solo da vigneti di Casorzo e dintorni, la Malvasia è il vino delle feste e delle merende, da bere fresco in ogni stagione. Da provare con la robiola di Roccaverano fresca su focaccia calda con miele di castagno.
(Fiammetta Mussio)
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