Il forte incremento dell’export (in 18 Paesi- soprattutto Germania, Gran Bretagna, Usa, Giappone - ma ottimi risultati anche in Cina) mette le ali al business della Cantina La Vis: nel 2000, l’azienda trentina (45 dipendenti), diretta dall’enologo Fausto Peratoner, con 4 milioni di bottiglie (95% doc), ha infatti toccato un fatturato di 50 miliardi, oltre agli 8 miliardi della Rinaldi Wine (joint-venture con la Fratelli Rinaldi Distributori di Bologna).
La Cantina La Vis - le cui origini risalgono al 1857 con la Joseph Cembran - ha 750 soci, che coltivano oltre 800 ettari a vigneto sui caratteristici terrazzamenti della Val di Cembra e in Alto Adige. La Cantina La Vis dimostra inoltre ottima solidità e patrimonializzazione: “è in fase di ultimazione - afferma Peratoner - il progetto di ampliamento della cantina e del potenziamento della bottaia. Con questo investimento di 15 miliardi, la cantina arriverà nel 2002 a 6 milioni di bottiglie (che è il 50% delle potenzialità) e punterà ad entrare tra i giganti italiani della produzione vinicola di qualità”. Inoltre, la La Vis sta investendo 5 miliardi per la sistemazione ambientale e strutturale del Maso Franch (che diverrà il punto immagine della Cantina, la scuola di cucina trentina e la residenza agrituristica) e ha varato un programma di investimenti di 25 miliardi (in 3/4 anni) per nuovi spazi per la vinificazione in rosso (e con nuove tecnologie), per l'affinamento in botte e bottiglia e per l'imbottigliamento. La Cantina La Vis, che si conferma al vertice delle migliori cantine d’Italia nel rapporto tra il valore organolettico del vino ed il prezzo (almeno secondo il giudizio delle più importanti guide del vino d’Italia), sta anche per attuare un’unione importante, con la Cantina Val di Cembra (con il fatturato complessivo che salirebbe a 60/65 miliardi di fatturato e con una produzione di oltre 100.000 ettolitri di vino).
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