Seguiamo l’arcobaleno, ponte tra due mondi, il prima e il dopo nella vita di Gianluca Piernera. Un marchio evocativo, quello di cantina Ninni. Piernera è un vignaiolo appassionato e tenace, sempre alla ricerca di sperimentare e migliorarsi - difficile raggiungere la fine dell’arcobaleno, ma lui non molla, spinto da un’autentica vocazione. Ecco la storia di un uomo che non avrebbe mai previsto di diventare un vigneron. Nel 2006 acquista casa con terreno attiguo su una collina a 350 metri di altitudine a Terraia, poco lontano da Spoleto. L’abitazione è abbracciata da un vigneto di circa 35 anni, che Piernera vuole espiantare. Lui realizza impianti elettrici, non sa nulla di vigna. Ma il parere dell’amico produttore Marco Casolanetti gli fa cambiare idea; Marco stesso lo aiuterà nei primi anni di vinificazione per gli amici. Nel 2012, il grande passo: inizia l’imbottigliamento, dedicandosi alla nuova avventura di vignaiolo biologico e scrupolosamente contrario a ogni prodotto chimico. Dalla terrazza della casa-cantina si vedono i 3 ettari su terreni argillosi e marnosi. La novità è una vigna appena messa a dimora, ricavata da marze di un’antica vite maritata: da alcune ricerche probabilmente è un ignoto clone di Trebbiano Spoletino. Poggio del Vescovo ha un profilo complesso (camomilla, salvia, agrumi, spezie); ben calibrato tra materia e acidità, con un’anima vibrante che si fa bere d’un sorso.
(Alessandra Piubello)
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