Facevano gli orefici a Milano: una tipica famiglia cresciuta sulla spinta del padre a far star meglio i propri figli. Ma la passione per la terra era rimasta: sotto forma dell’Informatore Agrario, che girava per casa; e sotto forma di 4 ettari di vigna, che erano rimasti in capo alla famiglia in Calabria. Nel 1994 Abramo De Luca decide di tornare nel paese di origine, provando a vinificare le proprie uve. Inizia col vino sfuso e nel 1997 passa ai primi imbottigliamenti. Quel “bio”, di cui leggeva nell’Informatore Agrario, lo mette subito in pratica, fra i primi in regione. Oggi l’azienda è condotta dal figlio Vincenzo De Luca e può contare su poco più di 26 ettari di vigne per una produzione media annua di 200.000 bottiglie, frutto anche del conferimento di 100 ettari di vigne di 40 coltivatori. Il territorio è quello di Cirò e di Melissa. Le etichette prodotte nei due stabilimenti aziendali comprendono la “linea Donna”, dedicata alle tre donne più importanti della famiglia: Antonietta, in particolare, è la madre di Vincenzo. Composto da Gaglioppo e Nerello Calabrese, e affinato sui propri lieviti per circa 3 mesi in acciaio, la versione 2024 è rosa intenso e brillante e profuma di piccoli frutti di bosco, di fiori di biancospino e di lavanda. Al sorso, dolcezza, sapidità e freschezza sono ben amalgamati e sostano piacevolmente in centro bocca, rilasciando sapore di ciliegia in caramella e petali di rosa.
(ns)
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