Una declinazione inusuale dello Zibibbo di Pantelleria, quella proposta da Pellegrino, che ce lo consegna in versione secca. Ottenuto da alberelli su terreni vulcanici a 300 metri sul livello del mare, è vinificato in acciaio e lasciato a maturare sui lieviti per 12 mesi. La versione 2020 dell’Isesi profuma di rosa, zagara, lavanda e frutta a polpa gialla. In bocca, il sorso possiede un grip sapido che contrasta con la dolcezza del frutto, mentre la fragranza acida lo allunga fino ad un finale molto gradevole su toni agrumati. Oggi come in passato, la famiglia Pellegrino, giunta alla sesta generazione, guida il sogno imprenditoriale iniziato oltre centoquaranta anni fa. Una data, quella del 1880, volutamente riportata nel logo aziendale, che segna l’inizio delle Cantine Pellegrino fondate proprio in quell’anno, dal notaio Paolo Pellegrino che, insieme al figlio Carlo, scelse di investire nel settore enologico puntando su Marsala, negli anni del grande successo mondiale del vino che portava il nome di quella località affacciata sul mar Mediterraneo occidentale. Oggi, sono 150 sono gli ettari vitati di proprietà, ai quali se ne aggiungono altrettanti in affitto, per una produzione che supera i 5.000.0000, di bottiglie annue, che arrivano da ben tre distinte unità operative: nell’agro trapanese, tra Marsala e Mazara, con i vigneti di Salinaro, Kelbi, Gazzerotta e Rinazzo, e, dal 1992, a Pantelleria.
(are)
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