L’Anthium 2021 è dorato e immediatamente agrumato, con successivi rimandi di fiori di sambuco, mango e cardamomo. Profumi fragranti ma di una certa maturità, cui si aggiunge anche una nota di pietra focaia e di burro. Spiccatamente sapido in bocca - a tratti, salato - è sostanzioso e di calore pepato, con una punta amaricante che ricorda la buccia di cedro. La parte agrumata è protagonista anche in bocca, a evidenziare l’acidità che accompagna tutto il sorso, fino in chiusura. Il Bellone di Casale del Giglio viene macerato sulle bucce, prima di essere pressato e messo a fermentare spontaneamente con lieviti indigeni. Deve suo nome al progetto della cantina iniziato ad Anzio nel 2012, dove Antonio Santarelli è arrivato, spinto dalla sua volontà di valorizzare i vitigni autoctoni del Lazio. Il Bellone, secondo passate testimonianze contadine, apprezza l’aria di mare; questo in particolare proviene da un vigneto vecchio oltre 60 anni e franco di piede, che, oltre che respirare iodio, affonda pure le radici in suoli di origine marina. Sempre la stessa curiosità ha spinto Antonio Santarelli anche a produrre Biancolella sull’isola di Ponza dal 2010 e del Pecorino fra Accumoli ed Amatrice dal 2018 (a due anni dal terribile terremoto). La sede aziendale, invece, è in Provincia di Latina, dove è nata nel 1967 - a partire dall’attività di famiglia: quando l’Agro Pontino era un territorio ancora tutto da inventare.
(ns)
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