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CASTELLO DI FONTERUTOLI: UN “SUPER CHIANTI CLASSICO”

Marchesi Mazzei
Una veduta della cantina del Castello di Fonterutoli

Dopo il fenomeno dei “Super Tuscans”, che ha ulteriormente accresciuto la notorietà dell’area del Chianti Classico, i Mazzei hanno deciso di puntare su un grande Chianti Classico - Castello di Fonterutoli – avviando così una tendenza di identificazione con territorio e denominazione che necessariamente, in un mercato sempre più competitivo e standardizzato, dovrà investire tutti i produttori chiantigiani. Con la vendemmia 1995, i Mazzei, proprietari di Fonterutoli dal 1435, decidono di destinare i migliori vigneti e le migliori uve al Castello di Fonterutoli, un Chianti Classico di grande carattere che diventa il “grande vino” dell’azienda. Personalità, potenza, eleganza e complessità sono le caratteristiche che distinguono Castello di Fonterutoli dagli altri vini della stessa categoria, tanto da essere stato già definito “Super Chianti Classico”. Un vino che, interpretando i valori specifici del territorio secondo una logica innovativa ma coerente, ha creato una nuova categoria di Chianti Classico, divenendo rapidamente un punto di riferimento per tutta la zona.

Così dopo il “rinascimento” della regione, i Mazzei e Fonterutoli sono ancora una volta protagonisti nel processo di riappropriazione dell’identità chiantigiana con un Chianti Classico che si pone allo stesso livello dei “Super Tuscans” ma con radici più profonde e riconoscibili nel territorio. Tutta la gamma dei vini beneficia del nuovo approccio produttivo con una verticalizzazione secondo differenti livelli di selezione che garantisce, a tutti i livelli, il mantenimento degli standard qualitativi e di una spiccata personalità. Così Fonterutoli Chianti Classico diventa il secondo vino dell’azienda, Poggio alla Badiola il terzo vino, mentre Siepi resta il Cru proveniente dall’omonimo vigneto.

Lapo Mazzei, presidente del Consorzio del Chianti Classico per quasi venti anni, è stato indiscusso protagonista del “rinascimento” chiantigiano al quale hanno contribuito oltre alla modernizzazione del disciplinare di produzione, gli importanti investimenti effettuati, la sperimentazione di nuove varietà, l’applicazione di moderne tecniche colturali e di vinificazione, ma anche una forte azione di sensibilizzazione dei produttori.

“E de’ dare a dì 16 dicembre, fiorini tre soldi ventisei denari otto a Piero di Tino Riccio, per barili sei di vino ... di Chianti;... li detti paghamo per lettera di Ser Lapo Mazzei“. Così recita il primo documento conosciuto sulla denominazione “vino di Chianti”, datato 16 Dicembre 1398, è firmato da Ser Lapo Mazzei (1350-1412), notaio, letterato, studioso d’economia nella Signoria fiorentina ma anche grande appassionato di enologia: chi, se non la famiglia Mazzei, sua diretta discendente, poteva dare vita ad un “Super Chianti Classico” ?

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