Il Chianti Classico 2022 del Castello di Meleto profuma di piccoli frutti rossi maturi, sottobosco e spezie. In bocca il sorso è scorrevole e dalla lieve prese tannica, congedandosi con un finale piacevolmente sapido. Forse non ti tutti sanno che il Castello di Meleto fu protagonista del primo crowdfunding italiano, che si attuò negli anni Sessanta del secolo scorso ad opera della rivista Quattrosoldi. L'intento era di raccogliere fra i lettori almeno 150 milioni di lire per poter finanziare l’“Operazione Vigneti” ideata all'interno del Piano Verde del governo che doveva ridare slancio all'agricoltura italiana. Di soldi se ne raccolsero parecchi di più - mezzo miliardo - e si costituì la Vinicola Toscana, che acquistò anche il Castello di Meleto. Oggi gli azionisti sono 1.600 (ma la quota di riferimento è in mano alla famiglia svizzera Schuler), gli ettari 1.000, suddivisi fa boschi (860 ha) e vigneti (130 ettari a biologico suddivisi in 5 aree diverse per composizione dei suoli, clima e altimetria, per una produzione complessiva di 500.000 bottiglie), senza dimenticare gli ulivi, gli allevamenti di cinta senese, l'agriturismo e l’apicoltura. Nel recente passato la cantina con sede nei pressi di Gaiole ha imboccato un percorso qualitativo convincente, soprattutto a partire dalle etichette apicali del proprio portafoglio prodotti e capaci di stare tra le migliori dell’Uga di Gaiole in Chianti.
(fp)
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