A partire dagli anni Trenta e passando da Riccardo a Bruno e Marcello, che ha acquistato i vigneti e ha iniziato l’imbottigliamento dei singoli Cru, per arrivare ad Alessandro, che, a partire dalla certificazione biologica (datata 2010), sta guardando ad un più stretto rapporto con l’ambiente, la famiglia Ceretto è una delle dinastie di riferimento del Piemonte enoico ed oggi possiede 160 ettari a vigneto tra Langhe e Roero, da cui ricava in media 900.000 bottiglie. Una produzione incentrata saldamente sulle Docg principali della Regione, con quella di Barolo (11 ettari suddivisi tra i Cru Cannubi San Lorenzo, Bricco Rocche, Brunate, Prapò) e Barbaresco (8 ettari con i Cru Asili e Bernadot) a rappresentare l’eccellenza aziendale. Quattro sono le cantine: Bricco Rocche nel Comune di Castiglione Falletto, Bricco Asili a Barbaresco, Monsordo a Bernardina d’Alba, Vignaioli di Santo Stefano, a Santo Stefano Belbo. I vini, di esecuzione impeccabile, contano su una definita cifra stilistica e sono ottenuti con pratiche enologiche poco invasive, affinandosi sia in legno grande che piccolo. Il Barolo Prapò 2020 possiede aromi sfaccettati, che rimandano ai frutti di bosco, al ginepro, alle viole leggermente appassite e alle spezie dolci. Austero il sorso, dai tannini solidi ed eleganti, che è mosso da una vivace acidità che ne dinamizza lo sviluppo, fino ad un finale intenso dai tocchi pepati e mentolati.
(are)
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