Le amicizie vanne celebrate e se si fondano sul vino, viene facile trovare proprio lì, nei grappoli, la scusa per farlo. È il caso di questo 385, che vede la famiglia Bianchini e la famiglia Meregalli unite nel creare un rosso che racchiude non solo il loro legame di oltre 15 anni, ma anche le due declinazioni del vitigno principe delle tenute toscane di proprietà: il Sangiovese ilcinese di Ciacci Piccolomini d’Aragona, a Castelnuovo dell’Abate, e il Sangiovese maremmano di Tenuta Fertuna, a Gavorrano. Ma siccome nemmeno le amicizie sono pure, anche il 385 contiene piccole porzioni di altri vitigni: Merlot, Syrah e Ciliegiolo, anch’essi ovviamente coltivati nei 40 ettari vitati di Montalcino e nei 50 in Maremma. La prima annata è la 2016, uscita in commercio nel 2019. Questa, la 2018 - l’ultima prodotta e praticamente esaurita - gioca bene la partita dei contrasti alla dolcezza: succosa ciliegia e aspri ribes rossi, uva spina e sottobosco caratterizzano i profumi, che in bocca si ritrovano in un sorso sapidissimo, piacevolmente aderente e agrumato nel finale. Il nome, 385, deriva dall’altitudine a cui è posta la sede storica della cantina di Montalcino (e sede della società appositamente creata per questo vino): un palazzo del XVII secolo eretto dal vescovo Fabivs de’ Vecchis, abate di Sant’Antimo - stupefacente abbazia ai piedi del borgo di Castelnuovo. Il portone dello stesso palazzo è riportato in etichetta.
(ns)
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