Prossimo passo, alzare l’asticella alle Dop per tutelare ulteriormente il consumatore, e fare un altro balzo in direzione del riconoscimento della territorialità produttiva. Dopo il semaforo verde arrivato per l’indicazione in etichetta dell’origine dei salumi, Confagricoltura guarda oltre e precisamente ad un obiettivo che aprirebbe nuovi orizzonti per il settore. “Il via libera di Bruxelles - con il silenzio/assenso - al decreto interministeriale sull’etichettatura dei trasformati a base di carne suina, come prosciutti e salumi, è un’ottima notizia. È fondamentale introdurre l’obbligo di informazione al consumatore, che è un valore aggiunto per il settore agroalimentare”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commentando la notizia del varo del provvedimento. “Il decreto - ha proseguito Giansanti - è sempre stato fortemente sollecitato da Confagricoltura. Ringrazio i ministri Bellanova, Patuanelli e Speranza per aver accolto la proposta che presentammo al tavolo settoriale di aprile 2019, dove constatammo con piacere l’unanimità di vedute da parte del governo e di tutte le organizzazioni presenti”.
Nelle etichette di prosciutti e salumi ora sarà obbligatorio indicare i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi. E solo quando tutti e tre saranno il nostro, si potrà apporre l’indicazione di prodotti 100% italiani. “Siamo convinti - aggiunge il presidente della Federazione allevatori suini di Confagricoltura Claudio Canali - che sia questa la strada da seguire per una reale valorizzazione del mercato della carne suinicola nazionale, con effetti positivi sui consumi. E per rilanciare un comparto, come quello suinicolo, fortemente penalizzato dalla chiusura del canale Ho.Re.Ca. nel periodo del lockdown”.
Canali, quindi, ha fatto presente come - nei disciplinari di produzione di molti prodotti a indicazione geografica a base di carni suine - l’origine della materia prima possa essere distante dall’Italia. “Ci troviamo nella paradossale situazione che il nuovo decreto obblighi i trasformatori ed i prosciuttifici ad indicare in etichetta l’origine delle carni suine alla base dei loro prodotti ma non per quelli che si fregiano delle indicazioni geografiche. Auspichiamo ora - ha concluso il rappresentante di Confagricoltura - un nuovo traguardo per il settore suinicolo, quello di tracciare l’origine di tutta la carne risultante dagli animali certificati come idonei per Dop ed Igp. Un ulteriore passo verso la valorizzazione, oltre della coscia, di tutti i tagli ed a completa garanzia del consumatore”.
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