Secondo Maureen Downey, fondatrice di “Chai Vault”, e considerata la “Sherlock Holmes” dei vini falsi a livello mondiale, il fenomeno della contraffazione, come spiegato a WineNews, colpisce 1 bottiglia su 5, ad ogni livello. Un mercato enorme, e in crescita, così come lo è quello del vino “vero”, con le stime sul valore dei falsi “fine wine”, in particolare, che arrivano ad ipotizzare un giro d’affari di 15 miliardi di dollari.
Un fenomeno che colpisce soprattutto (ma non solo) il collezionismo del vino, e soprattutto (ma non solo) l’Asia. Da dove arriva la notizia dell’annullamento di una vendita record da 398.400 dollari americani, a cui, in un’asta del 25 settembre ad Hong Kong, battuta da Acker Merrall & Conduit era stata aggiudicata una 6 litri di Domaine de la Romanée-Conti 2002. A riportare la notizia il portale asiatico Vino-Joy, che spiega come la casa d’aste abbia anche ritirato da un suo catalogo anche un’altra 6 litri di Domaine de la Romanée-Conti, annata 2000, dopo averne verificato la non autenticità.
A far partire il tutto l’allarme lanciato da Don Cornwell, avvocato di Los Angeles esperto in frodi vinicole, sul portale “WineBerserkers”, riporta Vino-Joy, ha lanciato l’allarme sull’autenticità dei vini dopo aver confrontato le due bottiglie di Acker con le due offerte di Sotheby’s della stessa dimensione e annata nella vendita di Joseph Lau a Hong Kong e in un’altra vendita in Francia, evidenziando difetti identici nelle etichette, sui tappi e così via in entrambi i casi.
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