Tre figli impegnati a seguire le orme del padre, enologo, imprenditore, e precursore appassionato della rimonta di qualità del vino pugliese. Una sfida iniziata a Turi alla fine degli anni Settanta, decollata all’inizio dei Novanta e cresciuta poi con sicurezza in modo solido e progressivo. Di recente il nuovo step: avviamento del processo di conversione e scelta di produrre, in una gamma già contrassegnata da ottimo Falanghina, Malvasie convincenti e, in rosso, imperniata su diverse interpretazioni del vitigno pilastro, il Primitivo, una prima etichetta bio, battezzata non a caso Cantonovo. Alla base, la riflessione sulla vocazione palese del Meridione (già titolare di oltre il 45% del totale della produzione di settore nazionale) a praticare la scelta biologica, favorito da condizioni climatiche più accomodanti e di pressione industriale (e relative conseguenze su acque e suoli) decisamente più leggera. In bottiglia, dunque, ecco un vino ben centrato sui varietali dell’uva madre, appena bruniti e speziati dal passaggio in legno prudentemente dosato e gestito per non oscurarne la tipicità. Il risultato è un godibile mix di frutta rossa e scura, immediato al naso e ben confermato al palato, dove la morbidezza del sorso è compiutamente bilanciata da un finale nitido e armonioso. A chiudere il cerchio, la meritoria accessibilità del prezzo, che fa del Cantonovo un intrigante best buy.
(Antonio Paolini)
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