500 anni e un Merlot che “chianteggia” per il Conte Capponi…Il Supertuscan di Villa Calcinaia nato da un errore … Come Niccola, suo avo cinquecentesco, anche il conte Sebastiano Capponi vive “murando e coltivando nella Villa di Valdigreve”, senza che nulla lo rimuova “dalla sua quiete che s’era scelta”. Come Niccola, Sebastiano è un creatore di vini, nella zona del Chianti Classico, nel comune di Greve in Chianti. Con la flotta granducale il capitano Niccola Capponi (1577-1643) occupò il Chateau d’If, di fronte a Marsiglia, dove imparò nuove tecniche che lo convinsero a scrivere un trattato sul Modo di fare vino alla Franzese, ristampato nel 2013 dalla 7 famiglia. Sebastiano e il fratello Niccolò (37g generazione assieme alla sorella Tessa) hanno prodotto nuovamente il vino con lo stesso metodo del fondatore che giusto cinquecento anni fa, nel 1524, fondò l’azienda agricola che ora si chiama Villa Calcinaia. I numeri odierni: 215 ettari, 31,5 di vigneto, un campo collezione con centocinquanta biotipi di Sangiovese e varietà storiche di Mammolo, Sanforte, Occhiorosso, Canaiolo, Buonamico, Occhio di Pernice, San Colombano, Malvasia Bianca, Trebbiano e altri. Diciotto i vini, 120 mila le bottiglie prodotte l’anno. “Siamo in conduzione biologica dal 2000”, racconta Sebastiano Capponi, “quando sono arrivato qui, pensavo: mai pianterò un vitigno internazionale. Poi ho scoperto, grazie alle analisi del Dna, che il vigneto nato dopo l’alluvione del 1966 non era Malvasia nera, come avevamo creduto per trent’anni e come ci aveva assicurato il vivaista, ma Merlot. Esiste un Dio con un grande senso dell'umorismo. Così è nato il nostro Supertuscan, il Casarsa, un Merlot che chianteggia”. Ora è uno dei vini di punta di Villa Calcinaia.
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