Il Barolo riduce i freni all’imbottigliamento … Ma i soci del consorzio di tutela bocciano 4 modifiche al disciplinare su 5… Bocciate quattro proposte di modifica del disciplinare su cinque. I soci del Consorzio Barolo Barbaresco hanno approvata solo quella relativa alla limitazione dell’imbottigliamento all'area della denominazione (con il 70% delle firme di 550 soci). In passato si poteva fare dovunque. Senza quorum (il 66%) le proposte di modifica sull’interscambiabilità per la vinificazione Barolo-Barbaresco, l’autorizzazione a piantare vigne di Nebbiolo sulle colline esposte a nord, l’aggiunta delle menzioni comunali e l’utilizzo di grandi formati superiori ai 6 litri. “Si è trattato di un grande investimento in inchiostro e carta ma alla fine è rimasto quasi tutto com’era”, ha detto alla scuola enologica di Alba il neo presidente del consorzio, Sergio Germano, in occasione della presentazione di Barolo en primeur, l’evento promosso da Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo che incrocia il re dei vini con la solidarietà. Il cda esaminerà i dati della consultazione consortile domani. La consultazione dei soci era stata avviata dal precedente cda del consorzio ed aveva subito provocato mal di pancia a una base tradizionalmente conservatrice. Sul fronte commerciale, nel 2023 gli imbottigliamenti di Barolo sono stati 13,2 mln di bottiglie, -7% sul 2022 e -16% rispetto al 2021. Stabile il Barbaresco con 4,3 mln di bottiglie. “Nei primi 5 mesi del 2024”, ha sottolineato il direttore del consorzio Andrea Ferrero, “gli imbottigliamenti di Barolo sono rimasti sostanzialmente stabili, -2%. E il Barbaresco -3%. Dati accettabili considerato il processo di destocking ancora in atto e gli alti tassi d’interesse”. Infine, le aste di Barolo en primeur torneranno a ottobre 2024 per la quarta edizione. Le 3 precedenti hanno raccolto 2,37 mln di euro per lo sviluppo di progetti sociali e culturali.
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