Volano i dealcolati. Nei calici dei giovani … È boom dei dealcolati in tutto il mondo, grazie soprattutto ai Millennial e alla Generazione Z. E anche in Italia c’è fermento. Lo rivela una ricerca dell’Iwsr (istituto londinese di ricerche di mercato sul beverage) sui dieci principali mercati mondiali: Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Spagna e Sudafrica. Secondo lo studio, il mercato globale della dealcolizzazione tra il 2023 e il 2027 crescerà di un 6% annuo in volumi, e raggiungerà i 30 miliardi di dollari entro il 2025, con circa il 70% rappresentato dalla birra analcolica. In particolare, per i vini dealcolati, secondo una ricerca Fact.M, è prevista una crescita nei prossimi 10 anni con un tasso annuo del 10%. In Italia, alle prese con la mancanza di norme, l’enoteca online Etilika apre una nuova sezione dedicata ai vini dealcolati e “spirits” analcolici al gusto gin e limoncello. Tra i brand: Barone Montalto, Canella, Franclizer, Hoffstatter, Pallini, Tanqueray e Zaccagnini. “Nel mondo questa tendenza e ormai affermata, mentre l’Italia si sta affacciando solo ora e negli ultimi mesi abbiamo ricevuto diverse richieste sia dalla ristorazione sia da privati. Abbiamo, quindi, percepito un potenziale mercato crescente”, commenta Michele Trotta, co-founder di Etilika. “Devo ammettere che il mio iniziale scetticismo è stato superato da una serie di assaggi piuttosto sorprendenti”, dice Trotta. La ricerca dell’Iwsr sottolinea anche come le persone tra i 18 e 40 anni siano quelle più attente al tema salute e anche quelle meno legate a preconcetti culturali sull’alcol. I mercati con più prospettive di sviluppo sono: Stati Uniti, dove già oggi vale un miliardo di dollari, Sudafrica e Brasile, paesi con elevata presenza di giovani. La crescita viene trainata anche grazie agli astemi, mercato da un milione di nuovi potenziali clienti non-bevitori, oltre a 14 milioni di consumatori che li considerano come una bevanda alternativa.
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