Un'eccezione alla tradizionale produzione di questa significativa cantina di Montalcino, ci porta ad una pur sempre classica declinazione enoica toscana, ovvero quella che può essere identificata come una vera e propria tipologia: “Supertuscan”. L’Ardingo - nato come blend di Merlot e Sangiovese, oggi Merlot in purezza - il cui nome omaggia il cavaliere Ardingo della Gherardesca, possiede profumi di frutti neri e rossi, tocchi di cedro, su base speziata con rimandi al sottobosco e al tabacco. In bocca, il sorso è potente ma ben profilato, dai tannini fitti e proporzionati e dal finale intenso e persistente ancora sul frutto e le spezie. L’antica famiglia senese dei Costanti è legata da tempo immemore alla storia di Montalcino, tant’è che, per esempio, l’avvocato Tito Costanti fa parte di quella cerchia di intellettuali che, alla fine dell’Ottocento, cominciarono a ragionare sul vino da produrre a queste latitudini. Ad Emilio Costanti, tra i fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino nel 1967, succede suo nipote Andrea Costanti che dal 1983 tiene in mano le redini dei 12 ettari a vigneto della cantina di famiglia, da cui escono in media 60.000 bottiglie, concentrate soprattutto su Rosso e Brunello di Montalcino. La cifra stilistica aziendale è dominata da un’impronta tradizionale e i vini si rivelano con un tratto caratteristico e riconoscibile, che esula dalla facilità delle mode enoiche.
(are)
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