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DA SHANGHAI A NEW YORK, VINO, CIBO, MODA E DESIGN RENDONO UNICA L’ITALIA NEL MONDO. UNIVERSI DIVERSI, MA NON COSÌ DISTANTI, CAPACI DI FARSI FORZA L’UNO CON L’ALTRO, COME RACCONTA, DA VINITALY, L’ESPERIENZA DELLA STILISTA ANNA FENDI

Italia
Anna Fedni

Da Shanghai a New York, sono la moda ed il wine & food a rendere unica ed amata l’Italia nel mondo. Universi diversi, ma niente affatto distanti, capaci come nessun altro di coniugare genio e manualità, tra cultura e capacità manifatturiere, alla base del successo internazionale di tante esperienze manageriali del made in Italy, cui l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino ha dedicato il convegno “Il Buono e il Bello. Vino, cibo, moda, design. Genio e manualità del made in Italy”, di scena oggi al Vinitaly di Verona. Ospite d’eccezione, Anna Fendi, una delle firme più prestigiose della moda italiana, ma anche imprenditrice a 360 gradi, che negli ultimi anni ha puntato forte proprio sul wine & food, con una linea di 18 vini selezionati da lei stessa nei migliori terroir d’Italia (dal Chianti al Brunello, dall’Amarone al Soave, tutti da piccoli produttori, su www.annafendivini.it), pronti a conquistare i mercati esteri, ed un ristorante stellato Michelin, “Enoteca La Torre”, dove tutto ha avuto inizio.

“Il vino - racconta la stilista a WineNews - è arrivato a dei livelli interessantissimi, grazie alla bravura, al talento ed all’impegno dei produttori italiani, che fanno onore a questo Paese. La differenza con la moda, è che noi siamo nati qualche decennio prima, però la qualità del nostro vino ci permetterà presto di essere competitivi anche con la Francia, che vanta una tradizione molto più antica: com’è accaduto nella moda, la supereremo. Ho l’impressione che la matrice di vino e moda sia la stessa, percorrono lo stesso itinerario, fatto di eleganza, metodo, qualità e passione. Senza mai dimenticare la creatività, perché la fantasia è fondamentale per superare i momenti di crisi. Però, le piccole aziende italiane, che diventano grandi nel tempo, hanno dimostrato di contribuire in maniera fondamentale, e poi le crisi, parafrasando Albert Einstein, a volte sono necessarie. Dobbiamo - conclude Anna Fendi - tutelare l’aspetto dell’artigianalità del nostro vino, delle nostre produzioni di nicchia, perché anche io mi considero un’artigiana della moda, il mio obiettivo è stato sempre quello di non perdere di vista l’artigianalità”.
Una visione internazionale, quella di Anna Fendi, approfondita dalla managing director di Vinitaly International, Steve Kim: “l’ordine del titolo del convegno - ha esordito - non è quello giusto: specie in Asia, ai primi due posti ci sono soprattutto moda e design. Poi c’è la cucina, e solo all’ultimo posto metterei il vino, su cui c’è ancora molto lavoro da fare: l’eccellenza della moda, però, dobbiamo essere bravi ad usarla come leva, per aprire mercati come quello cinese al nostro vino. L’Italia, nel Dragone, è ancora fermo ad una quota del 6% di quanto importato da Pechino, con la Francia che ci surclassa, al 60%, un quadro terribile, da quale si può uscire, perché i giochi non sono ancora fatti. Anzi, sarà fondamentale presidiare il mercato nei prossimi 5 anni, quando i consumatori cinesi inizieranno a bere i vini prodotti in Cina, alzando piano piano il livello culturale medio, proprio come successo negli Stati Uniti qualche decennio fa, quando la California diventò uno dei principali produttori del mondo”.

Focus - Le donne ambasciatrici del vino ad Expo 2015

L’Expo ha le sue Ambassador, un network di donne di tutto il mondo che agiscono insieme sui temi dell’alimentazione, per migliorare il diritto al cibo: dall’Italia del vino c’è Gaetana Jacono, alla guida della cantina siciliana Valle dell’Acate, insieme a scrittrici, giornaliste, attrici, politici, cantanti, studiose e personaggi celebri di tutto il mondo, da Vandana Shiva ad Amélie Nothomb, da Sveva Casati Modignani a Licia Granello, riunite in “WE-Women for Expo”, progetto di Expo Milano 2015 in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.

“WE-Women for Expo” vuole raggiungere e coinvolgere il maggior numero possibile di donne che abitano i Paesi di Expo: scrittrici, artiste, scienziate, imprenditrici, esponenti della società civile e persone comuni di ogni lingua, cultura e continente. Ogni donna può entrare a far parte di WE, inviando la sua “ricetta per la vita”, un piatto speciale che appartiene alla sua storia personale, familiare, alle tradizioni del suo paese, della sua terra.

“Ho accolto subito e con grande entusiasmo di far parte delle Donne Ambassador di “WE-Women for Expo” - sottolinea Gaetana Jacono - oggi il cibo è un tema di grandissima importanza: il nutrimento passa attraverso il consumo energetico che ne deriva, la genuinità dei nostri ingredienti, e l’etica , cosa compri , da dove provengono le cose che compri . Le donne hanno un ruolo centrale in questo, perché fanno la spesa, procurano da mangiare e sanno preservare e adattare ciò che hanno a disposizione. Se facciamo squadra, e in questo noi donne siamo molto brave, riusciremo a lanciare dei messaggi forti e affrontare quelle sfide che saranno determinanti per il futuro del nostro pianeta. Prima tra queste educare a nutrirsi in modo adeguato per la salute nostra e del mondo intero”.

Al progetto hanno già aderito, come Ambassador WE, Vandana Shiva (India), Habibyar Najlla (Afghanistan), Karla Suarez (Cuba), Monica Kristensen (Norvegia), Linn Ullmann (Norvegia), Suad Amiry (Palestina), Monika Bulaj (Polonia), Jelena Marjanociv (Serbia), Clara Sanchez (Spagna), Amélie Nothomb (Belgio), Margaret Drabble (UK), Taiye Selasi (UK), Elizabeth Strout (Usa) e Jody Williams (Usa). E per l’Italia: Silvia Avallone, Stefania Barzini, Daria Bignardi, Irene Bignardi, Laura Bosio, Eva Cantarella, Sveva Casati Modignani, Lucia Castellano, Evelina Christillin, Sabina Ciuffini, Laura Corti, Lella Costa, Laura Curino, Diamante D’Alessio, Chiara Frugoni, Chiara Gamberale, Laura Grandi, Licia Granello, Daniela Hamaui, Anna Maria Isastia, Josefa Idem, Gaetana Jacono, Monica Maggioni, Michela Marzano, Paola Maugeri, Erica Mou, Maria Mulas, Margherita Oggero, Brunella Schisa, Barbara Stefanelli e Silvia Vegetti Finzi. Gaetana Jacono, che è anche Brand Ambassador del Cerasuolo di Vittoria, come imprenditrice e portatrice nel mondo dei valori del territorio, ha esteso l’invito ad esprimersi sul cibo, non solo coltivandolo e cucinandolo, ma anche decidendo quale futuro costruire per le prossime generazioni in termini di sostenibilità, a tutte le Donne del Vino italiano.

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