Il Campi Taurasini, prodotto in 22 comuni della provincia di Avellino, rappresenta solo una frazione del vino della Campania, pochi ettolitri in una regione che ne produce 750.000; persino gli ettari sono limitati. Ma le cifre sono ingannevoli, stiamo parlando della base del più grande vino del meridione italiano, l’Aglianico, e del vitigno che ci regala una bottiglia elegante nelle migliori espressioni, con estratti che superano facilmente i 30 grammi/litro. Con una struttura ed intensità contro cui pochi vini possono concorrere: un vero fuoriclasse, in poche parole. Bruno e Salvatore De’Gaeta, da sempre biologici, hanno capito molto presto che la varietà da loro prediletta offriva tante possibilità a produttori seri quali loro. La loro prima vigna, ubicata a Castevetere sul Calore, presentava tanti vantaggi: altitudine (quasi 500 metri s.l.m), monti che assicuravano protezione contro il freddo, terreno argillo-sabbioso, moderatamente calcareo con elementi vulcanici, adattissimo per la coltivazione di questa splendida varietà. Che, in questo caso, non è un Taurasi declassato ma un vino pensato dall’amico Vincenzo Mercurio ad essere una proposta in sé, validissima per le sue proprie qualità: fermentazioni giustamente contenute, temperature ben controllate, affinamento in acciaio per mantenere “croccantezza”. Vino convintissimo che servirà come ottima introduzione al Taurasi di Montemarano.
(Daniel Thomases)
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