Fattoria dei Barbi nasce a Montalcino nel 1790 e può contare su di un'esperienza invidiabile in termini di vendemmie, attraversata dai cambiamenti del clima, dalla mano di chi via via ha cresciuto e processato l'uva, e dalla diversa consapevolezza delle proprie azioni, a volte dettata dal mercato, a volte dalla sensibilità sociale per certi temi. “Less is more” è probabilmente il trend che più ha cambiato l'agricoltura del terzo millennio e il “senza solfiti aggiunti” rientra a pieno titolo fra le lenti che hanno permesso nuove interpretazioni del vino. Fattoria dei Barbi ha deciso di partecipare alla sfida, ma a modo suo: contando sulle strette relazioni che il proprietario Stefano Cinelli Colombini tiene con il mondo accademico. Nel 2013 inizia un percorso di studio con l'Università di Pisa - e le professoresse Zinnai e Venturi - che porta al protocollo “Vino senza chimica aggiunta”: solo uso delle tecnologie conosciute, per sostenere un vino non protetto dell'anidride solforosa. L'uva è il Sangiovese dalle vigne di proprietà ilcinese, fermentato con lieviti selezionati, lavorato in atmosfera di CO2 ed evoluto in assenza di ossigeno. La 2021 è la prima annata in commercio: è un Igt, ma l'occhio si è buttato con curiosità anche sul Brunello. Il risultato è un vino vivace nel colore, nei profumi di ciliegia, mora e lampone e nel dispiegarsi in bocca: spiccatamente acido e balsamico, ma dall'inchino gentile.
(ns)
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